Corriere della Sera

L’inflazione frena all’1,5% Il censimento ora è permanente

- Claudia Voltattorn­i

La prima frenata dopo 4 mesi. Meno 0,4% rispetto ad agosto. Con una crescita dell’1,5% su base annua, un po’ meglio rispetto al +1,6% di agosto. È l’indice dei prezzi al consumo di settembre diffuso dall’istat che vede un «lieve rallentame­nto dell’inflazione» in particolar­e su alimentari, beni per la cura della casa e della persona. Un leggero calo, spiega l’istat, dovuto «principalm­ente alle componenti più volatili del paniere: frutta e vegetali freschi, carburanti». Ma comunque segnano sempre un +1,9% annuo (ad agosto era +2,1%). Continua invece a crescere più di tutti il prezzo dei beni energetici non regolament­ati: +9,3% (+6,1% su base annua). E pesano inoltre sempre molto i trasporti: +4,1% (+3,1% su base annua). Non c’è quindi da festeggiar­e. «L’inflazione rallenta sostiene l’ufficio studi di Confcommer­cio - essenzialm­ente per fattori di natura stagionale». E il Codacons conta: «L’inflazione all’1,55 si traduce in una maggiore spesa annua pari a +462 euro per la famiglia tipo, che sale a +586 euro all’anno per un nucleo con due figli».

Ma l’istat ieri ha presentato anche il nuovo censimento della popolazion­e e delle abitazioni che partirà il prossimo 8 ottobre e per la prima volta sarà permanente diventando da decennale ad annuale. Ogni anno, un campione di 1 milione e 400 mila famiglie, per un totale di circa 3,5 milioni di persone, risponderà ad un questionar­io (online o al rilevatore porta a porta) per dare informazio­ni su identità, lavoro, famiglia, luogo di residenza, sistema di mobilità. Dati utili, spiega il presidente Istat Maurizio Franzini, «per «fornire in tempi rapidissim­i una mappa sempre aggiornata dell’evoluzione che vive la società italiana». La rilevazion­e terminerà il 20 dicembre. Entro la fine del 2019 i risultati. Rispondere, ricorda lo spot che partirà su radio e tv, «è un obbligo».

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