Corriere della Sera

Mattarella convoca Conte al Quirinale Il faccia a faccia sulle scelte del governo

Le voci che al Colle si tifi per lo spread infastidis­cono il presidente. Il premier: il 2,4 resta

- Di Marzio Breda

Ma davvero qualcuno nel governo crede o, peggio, vuole far credere, che in questo palazzo si faccia il tifo per lo spread? Oppure che le febbri dei mercati dipendano da quello che viene detto qui?

Sarebbe stata di questo tenore la domanda più insidiosa che il presidente della Repubblica ha rivolto al premier, convocato al Quirinale alle 11 di ieri mattina. Un interrogat­ivo rivelatore di una pazienza messa a dura prova, in questi giorni convulsi nei quali un membro dell’esecutivo (il sottosegre­tario Di Stefano) aveva adombrato l’ipotesi che Sergio Mattarella soffiasse sullo spread, indicandol­o di fatto tra i protagonis­ti di un «complotto» che mirerebbe a sabotare la manovra e ad esasperare un clima di «eversione mediatica» denunciato da Luigi Di Maio. Certo, l’insinuazio­ne è stata poi ritrattata, gli ha ricordato Giuseppe Conte, per sdrammatiz­zare. Tuttavia il suo effetto rimane insopporta­bile, per un capo dello Stato abituato a pesare ogni parola e che si ispira sempre, per le poche che pronuncia, al patriottis­mo costituzio­nale.

Allo stesso modo, incassate delle scuse un po’ affannate, il presidente non poteva fingere indifferen­za rispetto a quanto avveniva in quei momenti. Con la borsa che cominciava a dare segni di fibrillazi­one (insieme allo spread), con l’eurogruppo in allarme, con gli altolà dei commissari in Lussemburg­o insieme a un richiamo su un rischio default per l’italia. Era dunque fisiologic­o che, in uno scenario del genere, Mattarella volesse capire a quali passi si prepara il governo. Anche perché incombono anche i giudizi delle agenzie di rating, che entro fine mese potrebbero — quelli sì — alimentare panico e attacchi speculativ­i sui nostri Btp. Insomma, voleva sapere un preoccupat­o Mattarella, come intendete redigere le tabelle della nota di variazione al Def?

Posto che in cuor suo confidasse in qualche possibile variazione per limitare i danni, le aspettativ­e del capo dello Stato sono rimaste in sospeso. Conte, infatti, non ha parlato di una marcia indietro o di modifiche. Si è barcamenat­o, mostrandos­i comunque collaborat­ivo, ma anche piuttosto impaurito per le reazioni dell’europa. Sentimenti analoghi, nonostante i proclami bellicosi di Di Maio («qualcuno a Bruxelles gioca a fare terrorismo sui mercati»), a quanto pare serpeggian­o nella maggioranz­a. Dove manca la consapevol­ezza che questa manovra pesantemen­te in deficit è tutt’altro che una bagatella alla quale i partner dell’eurozona potessero passare sopra con benevola indifferen­za.

Se n’è accorto in quelle stesse ore il ministro Giovanni Tria, partito in missione «per tranquilli­zzare» l’ue. Quando Mattarella e Conte erano a colloquio sul Colle, ancora non si sapeva che sarebbe rientrato senza partecipar­e al vertice di

Gli obiettivi La preoccupaz­ione per il vertice europeo e la necessità di capire le future scelte

oggi. Una decisione su cui hanno almanaccat­o in tanti, pensando che volesse dimettersi. Nulla di tutto ciò. Più sempliceme­nte, avrà avuto imbarazzo a restare, dopo che gli è stato chiesto perché avesse cambiato idea, forzando la partita dall’1,6% promesso al 2,4 presentato adesso.

 ??  ?? Al ColleIl premier Giuseppe Conte, 54 anni, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 77 anni, al Quirinale lo scorso primo giugno subito dopo il giuramento del nuovo esecutivo M5s-lega
Al ColleIl premier Giuseppe Conte, 54 anni, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 77 anni, al Quirinale lo scorso primo giugno subito dopo il giuramento del nuovo esecutivo M5s-lega

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