Moscovici: xenofobi e anti euro. Lite con Roma
Il governo: parla a vanvera. Savona a Strasburgo: condono fiscale? Turiamoci il naso, serve per altre misure
Nuovo duro scontro tra la Commissione europea e il governo M5s-lega. Stavolta l’attacco è partito dal commissario Ue per gli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici, che ha contestato dai conti pubblici in difficoltà fino alla linea anti-europa e al trattamento dei migranti. La replica del ministro per gli Affari europei Paolo Savona, ritenuto euroscettico a Bruxelles, è stata rafforzata da quella del vicepremier leghista Matteo Salvini.
«Gli italiani hanno optato per un governo decisamente euroscettico e xenofobo che, sulle questioni migratorie e di bilancio, sta cercando di sbarazzarsi degli obblighi europei» ha detto il commissario francese in un convegno a Parigi. «Moscovici parla a vanvera, in Italia non c’è nessun razzismo o xenofobia, ma finalmente un governo scelto dai cittadini che ha bloccato gli scafisti e chiuso i porti ai clandestini», gli ha risposto il vicepremier leghista, ammonendo che nel governo «siamo stufi degli insulti che arrivano da Parigi e da Bruxelles». Anche il M5S ha criticato Moscovici. «All’interno del governo il discorso di stare in Europa, rispettare l’euro, è direi uno dei punti cardine — ha aggiunto Savona incontrando gli eurodeputati italiani a Strasburgo —. Non intendo intraprendere alcuna azione contro l’euro, anzi voglio rafforzarlo».
Moscovici, con un «faremo rispettare le regole» di bilancio, ha confermato che la sua Commissione, responsabile del controllo tecnico sui conti pubblici nazionali, considera eccessivo il deficit al 2,4% del Pil annunciato dal governo italiano inizialmente per un triennio. Poi ha definito «un primo segnale positivo» la disponibilità ad abbassarlo nel 2020 e nel 2021 perché dimostrerebbe che a Roma «ascoltano le preoccupazioni e le osservazioni dei loro partner e della Commissione europea».
«Ritengo che non ci sia la minima possibilità di un default del debito italiano», ha rassicurato Savona allontanando il collegamento con la crisi finanziaria della Grecia evocato dal presidente lussemburghese della Commissione Ue Jean-claude Juncker. Ha poi sintetizzato agli eurodeputati il suo progetto per migliorare l’europa, spostandola più sulla crescita rispetto alla stabilità. In questo modo ha anche difeso la manovra con deficit al 2,4% per attuare il reddito di cittadinanza e la riduzione dell’età pensionabile fissata dalla legge Fornero.
«Finché la politica monetaria procede chiedendo alla politica fiscale di essere al servizio della stabilità monetaria il sistema presenta dei gravi difetti — ha spiegato il ministro —. La politica fiscale deve avere un ruolo attivo per due obiettivi del Trattato, la piena occupazione e la tutela del benessere sociale». Superando la Fornero «ogni pensionato che va via trascinerà due giovani» nel mercato del lavoro. Meno convinto Savona si è mostrato sul condono fiscale esortando a un «turiamoci il naso» giustificato dai conseguenti introiti per «finanziare operazioni importanti». Dagli eurodeputati dell’opposizione è partita qualche critica. Quelli della Lega, invece, vorrebbero Savona commissario dell’unione con la nuova Commissione da insediare nel 2019.
La linea sul deficit
Il commissario contro il 2,4% ma ritiene un «buon segnale» l’idea di ridurre il deficit dal 2020