«Da noi e a Bruxelles dinamiche da frenare» Così il ministro falco diventa un mediatore
ROMA «Guardate che di fronte a voi avete un economista, non un politico. Io non devo prendere i voti alle prossime elezioni. E so benissimo che cosa significano i numeri. Sono cose che ho studiato e che capisco bene, al contrario di quanto qualcuno possa credere...». Sono le ore in cui impazzano le polemiche Italia-europa, le ore in cui i terminali delle agenzie di
Il pensiero del professore Non sono un politico e non devo prendere voti alle prossime elezioni So benissimo cosa significano i numeri, al contrario di quanto qualcuno possa credere...
stampa del Vecchio Continente rilanciano lo scontro tra Salvini e Juncker, le ore in cui la feroce clessidra dello spread scende e sale sotto quota 300. Le ore di un martedì drammatico, ieri l’altro.
In quelle stesse ore, Paolo Savona decide di cambiare la sua parte in commedia. Al riparo da microfoni e taccuini, nella cornice di un rapidissimo tour Roma-bruxelles-roma, il ministro per gli Affari europei smette i panni del temuto autore del «piano B» (di uscita dalla moneta unica) e indossa quelli del pompiere. Di fronte a tutti gli autorevoli interlocutori con cui si intrattiene — almeno è l’impressione che il professore darà a molti di essi — Savona si iscrive al partito europeista.
Attribuirgli un cambio di passo tale da renderlo distante dal duo Di Maio-salvini e di nuovo vicino alle posizioni soft di Giovanni Tria sarebbe troppo. Ma è un dato di fatto che, forse per la prima volta, il ministro per gli Affari europei marca le distanze dall’ala «politica» dell’esecutivo per avvicinarsi a quella «tecnica». «So benissimo che cosa significano i numeri. Non sono un politico…».
La missione di Savona, insomma, adesso sembra diventata quella di mettere pace
tra il governo Conte e l’europa. «La mia idea è che non esiste né deve esistere alcuna ipotesi di uscire dall’euro», è il suo ragionamento, rafforzato dalle decine di volte in cui, di fronte ai suoi interlocutori, ripete quelle due parole — «mercato interno» — a cui lega a doppio filo tutti gli scenari di futura crescita dell’italia.
Allo stesso tempo, il titolare degli Affari europei e dimostra di aver compreso che
affondi come quello del commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici possono sortire l’effetto di riattizzare quel derby tra Salvini e Di Maio tra chi tiene di più il punto con l’ue di fronte all’elettorato italiano. «Ci sono dinamiche che vanno fermate», è il messaggio in bottiglia rivolto al gotha europeo. «Voi fate il vostro qua, io porterò i vostri messaggi in Italia...».
Da quelle ore drammatiche ne sono passate altre quarantotto, di ore. La trasferta europea potrebbe aver riconsegnato all’italia un Savona più prudente? Il titolare delle Politiche comunitarie potrebbe davvero marcare le distanze da Di Maio e Salvini e schierarsi, nella partita sui numeri del deficit, con l’ala europeista dei Tria e dei Moavero? La risposta non arriverà prima dei prossimi giorni.
Ma è un fatto che, agli occhi di Bruxelles, dopo l’altro giorno l’autore del «piano B» è come se avesse cambiato volto. Un volto più rassicurante. Talmente rassicurante da aver lasciato, agli occhi maliziosi di alcuni interlocutori, l’impressione che sì, in fondo, se Tria davvero lasciasse il ministero dell’economia, Savona potrebbe ritentare la corsa verso gli uffici di via XX settembre. Ma non è né più né meno che una suggestione. Per ora.
La moneta unica
Il titolare degli Affari europei ha ribadito di non volere che l’italia lasci la moneta unica