Il Pd smarrito tra le lodi a De Luca il «leghista»
L’alternativa pd a Salvini è il Salvini del Pd, cioè De Luca. Lo dice Zingaretti, e sembra un paradosso. In realtà è la riprova di quanto il partito si sia spinto troppo oltre nel labirinto del dopo-renzi alla ricerca di una nuova identità. Al punto da confondere i diversi con gli affini. Zingaretti è approdato a Napoli lo stesso giorno di Salvini. E così, quando gli hanno chiesto come spiegava gli applausi al ministro leghista, venuto a promettere che a camorristi e immigrati clandestini ci avrebbe pensato lui, il candidato alla segreteria Pd ha fatto questo ragionamento: «La gente lo applaude perché non c’è un’alternativa. Per cui alle Regionali bisogna ripartire da De Luca». Ma De Luca chi? Quello che fa arrestare l’immigrato che chiede l’elemosina? Che si vanta di essere stato «il maestro» di Salvini? Quello a cui lo stesso Salvini una volta ha anche detto: «È inutile che fai toc toc alla mia porta, non ti faccio entrare»? Proprio così. Lo stesso. Mentre Zingaretti stava per fare il suo discorso, a Napoli il governatore e il ministro si erano incontrati e si erano stretti calorosamente la mano davanti ai fotografi, quasi a suggellare il feeling. Il risultato è che poi, sui giornali, in una pagina è finita la dichiarazione di Zingaretti sull’alternativa ipotizzata e in quella affianco la foto dell’affinità rivelata. Capita, quando nel labirinto ci si perde.
@mdemarco55