Miss Sarajevo e la missione di pace degli italiani
Da Mostar a Pristina per ricordare che muri e guerre rischiano di distruggere l’ Europa intera. Il 9 novembre 1993 a Mostar crollava sotto i bombardamenti lo «Stari Most», il ponte vecchio, simbolo della convivenza pacifica di diverse etnie e religioni. Poi, con la fine della guerra, il ponte è stato ricostruito. Ma i segni e le ferite sono rimaste lì, come un monito. «In questo buio di valori di integrazione ed interazione tra i popoli, il 21 dicembre di venti anni fa è stato inaugurato il Pavarotti Musiki Center, un centro aperto ai bambini di tutte le etnie, religioni e a ogni forma di handicap, voluto fortemente da Luciano Pavarotti e da altri artisti di fama internazionale dopo che Inela Nogic, miss Sarajevo 1993, aveva lanciato un appello al mondo “Non lasciate che ci uccidano!», spiega la giornalista e produttrice televisiva Paola Severini Melograni. Ed è a questa particolare storia che è dedicato il docufilm Miss Sarajevo, nato da un’idea di Nicoletta Mantovani Pavarotti e Paola Severini Melograni, realizzato da Federico Rizzo, in onda su Rai3 questa sera, alle 23.10. Nella seconda parte del documentario si passa a Pristina, dove la presenza dell’esercito italiano e dei carabinieri, ormai da più di vent’anni sul territorio, garantisce la pace. «Il nostro è un esercito di pace di cui andare fieri. Ed ecco perché Miss Sarajevo è solo il primo tassello di un progetto più ampio. Presto andremo in Siria, Afghanistan, in Libano e in Somalia».