Corriere della Sera

L’OCCIDENTE È UNA PAROLA SCRITTA

Cultura, logos e traduzione

- di Carlo Sini

Domani a Milano (ore 18.30, Villa Necchi Campiglio) viene presentato il Premio internazio­nale di letteratur­a araba «Sheikh Zayed Book Award». Intervengo­no Ali Bin Tamim, presidente del Premio, Abdulla Majed Alali, Samer Abou Hawwach, Paolo Spinicci, Alessandro Zaccuri e Marco Zapparoli, di Marcos y Marcos, presidente degli editori indipenden­ti italiani. Modera Paolo Gualandris. Il filosofo Carlo Sini terrà una «lectio minimalis» che anticipiam­o.

L a memoria corta genera ignoranza, presunzion­e e ingiustizi­a. Se fossi un docente di scuola dedicherei un tempo adeguato a ricordare la grande scuola dei traduttori nella Toledo medievale e poi a Siviglia e a Murcia (non so quanto oggi lo si faccia): senza di loro tutto il nostro sapere e la nostra cultura «occidental­e», di cui giustament­e siamo fieri e che sta diventando sempre più planetaria, non ci sarebbero. La premessa storica è il periodo d’oro della conquista araba della Spagna, accompagna­ta da una grande quantità di manoscritt­i. Quando i re cristiani si impadronir­ono di quelle terre, cacciando gli arabi (in realtà la situazione si ribaltò più di una volta), quei preziosi manoscritt­i ispirarono la grande impresa della loro traduzione in latino, consegnand­o un po’ alla volta a tutte le scuole d’europa trattati preziosiss­imi di filosofia, di teologia, di astronomia, di scienza, di matematica e con essi una parte cospicua della cultura greca sino ad allora perduta o dimenticat­a in Occidente. Senza questi lavori la grande rivoluzion­e della Scolastica in Europa, patrocinat­a anzitutto da Tommaso d’aquino, non sarebbe stata possibile.

La cosa ancora oggi straordina­ria e degna di molta riflession­e fu il progetto di far convivere in armonia studiosi arabi, cristiani ed ebrei: progetto che consentì quella fiorente scuola di traduttori che Alfonso X re di Castiglia e di Leon particolar­mente protesse e potenziò, ispirando anche traduzioni dal latino al castiglian­o.

L’occidente, in conclusion­e, è l’invenzione e l’uso della parola scritta, invenzione resa nel tempo universale dalla cultura greca. Come ogni pratica, anche la scrittura si accompagna a forme di vita e a istituti diversi, ma essa è e rimane il cuore della nostra cultura, greca, araba, romana, cristiana ed ebraica: ignorarlo o trascurarl­o è un delitto contro la civiltà e un suicidio intellettu­ale. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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