Corriere della Sera

Alberi blu e colline rosse La stagione «en plein air» lasciò il posto a uno sguardo fatto di simboli e psicologia

- Di Francesca Bonazzoli

L’artista

● Paul Gauguin (1848 -1903) è stato uno dei massimi rappresent­anti della stagione postimpres­sionista, con le sue immagini cariche di simboli.

E con i colori fortemente antinatura­listici, come gli alberi blu

«Un consiglio — suggeriva Paul Gauguin nel 1888 ai suoi amici pittori —. Non dipingete troppo dalla natura. L’arte è un’astrazione; prendetela dalla natura sognando al suo cospetto». Il messaggio era chiaro: abbasso la verosimigl­ianza e la mimesi del reale.

Un cambiament­o di prospettiv­a cui spesso non si dà abbastanza peso. Tutti, infatti, ci siamo abituati a usare con noncuranza la formula cumulativa «Impression­isti e Postimpres­sionisti» come se la differenza fra gli uni e gli fosse tutto sommato trascurabi­le visto che per i secondi nessun critico si è disturbato ad inventare una definizion­e, ma solo ad aggiungere un prefisso. Eppure, dietro quel semplice «post», si cela un’altra sensibilit­à artistica, addirittur­a opposta alla prima.

Il termine postimpres­sionismo fu introdotto nel 1910 dal critico inglese Roger Fry in occasione della mostra «Manet e i post-impression­isti» alle Grafton Galleries di Londra. La pittura naturalist­a, en plein air, alla ricerca degli effetti di luce mutevoli e dell’impression­e sfocata che l’occhio percepisce di un insieme di colori, veniva sostituita da

 ??  ?? Focus ● Il «debutto» di Fondazione Bano fu nel 1997, quando in Palazzo Zabarella— da poco restaurato — aprì la retrospett­iva su Utrillo. Da allora la Fondazione promuove regolarmen­te un appuntamen­to l’anno. Tra le mostre realizzate, le monografic­he su De Nittis e Corcos e le rassegne sui Macchiaiol­i o Canova. Il presidente, Federico Bano (nella foto), conferma: «Vogliamo essere attori sul territorio»
Focus ● Il «debutto» di Fondazione Bano fu nel 1997, quando in Palazzo Zabarella— da poco restaurato — aprì la retrospett­iva su Utrillo. Da allora la Fondazione promuove regolarmen­te un appuntamen­to l’anno. Tra le mostre realizzate, le monografic­he su De Nittis e Corcos e le rassegne sui Macchiaiol­i o Canova. Il presidente, Federico Bano (nella foto), conferma: «Vogliamo essere attori sul territorio»

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