«Giusto così, non tutti meritano i soldi»
Il martellista Lingua: «Accetto il taglio». Giomi: «La Federazione non abbandona nessuno»
«Io sono tra i tagliati? E il contributo... mica me lo toglieranno del tutto?». Marco Lingua casca dalle nuvole: che fine farà il suo assegno di studio della Federatletica italiana? Torinese, 40 anni, Lingua è stato il solo finalista azzurro nei lanci (martello) al Mondiale di Londra 2017. Tra i 41 membri dell’athletic Elite Club, è uno dei pochissimi (5) non arruolati in un gruppo sportivo militare. «Ho lasciato le Fiamme Gialle quattro anni fa — racconta —, restando nel corpo come finanziere. Mi alleno dopo il lavoro. Come membro civile del gruppo olimpico percepisco circa 800 euro al mese, che ora immagino verranno dimezzati...».
In base alla politica meritocratica varata dalla Fidal (che parte da lontano: la delibera è dell’anno scorso), in effetti Lingua rischia parecchio. «Ma la Federazione non abbandona nessuno — ci tiene a sottolineare il presidente Alfio Giomi —, per i 17/18 atleti che perderanno l’assegno di studio organizzeremo un percorso alternativo insieme alle società: sono tutti professionisti, quasi tutti militari, nessuno sarà obbligato a lasciare l’atletica per cercarsi un lavoro...». Nell’ambiente, però, circola una notevole perplessità. A parte l’élite delle dieci perle Fidal (Tortu e Tamberi in testa, Desalu e Palmisano a ruota), che non verranno sfiorate dai tagli in quanto considerate probabili medaglie a Mondiali 2019 e Giochi 2020, A rischio Eleonora Giorgi, marciatrice, 29 anni, squalificata a Olimpiadi, Mondiali ed Europei, rischia il taglio dei contributi Fidal tra gli altri è tutto uno scambiarsi messaggi su Whatsapp: tu sei stato tagliato o dimezzato? Giomi non ci sta: «Hanno tutti sottoscritto un contratto, in cui i criteri di partecipazione agli eventi sono chiarissimi: chi non sa, non vuole sapere o vive sulla luna!». Nomi e cognomi saranno resi pubblici: «La delibera emanata su proposta del nuovo direttore tecnico La Torre sta arrivando a tutti i consiglieri, che devono rimandarla firmata per approvazione» spiega Giomi. Questione davvero di ore, come per i compensi di consulenti e collaboratori della Federazione, impegnati in un secondo passaggio all’ufficio legale prima di essere messi online sul sito della Fidal: una piccola-grande rivoluzione che tra le Federazioni del Coni potrebbe rappresentare un precedente importante. In volo Gianmarco Tamberi, 26 anni, recordman italiano con 2,39, guida il ristretto gruppo élite azzurro (Getty Images)
Marco Lingua condivide la politica dei tagli imposta da Antonio La Torre, tecnico preparato che apprezza: «I soldi vanno dati a chi merita e in tanti nel gruppo dei 41 non li meritano. Io quest’anno ho fallito l’ingresso in finale agli Europei per soli 12 centimetri. È un niente, ma accetto la decisione. Con i soldi della Fidal, però, uno non potrebbe mai fare l’atleta». L’assegno di studio è di 10 mila euro annui, che scendono a 7.500 nel caso degli atleti militari e può crescere grazie a un moltiplicatore che segue i risultati. «Si va avanti solo grazie ai gruppi sportivi militari e io, personalmente, grazie alla Finanza che mi permette di allenarmi con orari di lavoro adeguati — conferma Lingua —. Senza le Fiamme Gialle, i Carabinieri e gli altri in Italia scordiamoci risultati di alto livello».
Che il principio meritocratico debba valere solo per gli atleti, però, non piace a tutte le componenti dell’atletica. A Stefano Mei, per esempio, oltre che straordinario mezzofondista negli anni 80, candidato alla presidenza della Fidal nella scorsa tornata elettorale: «Si procede per tentativi, non c’è un criterio — dice —. La meritocrazia dovrebbe valere anche a livello dirigenziale, tecnico e manageriale. Il sistema è fallito: si è proceduto a vista, scendendo a troppi compromessi, e ora è difficile tornare indietro. Con questi tagli metti gli atleti sulla strada e addossi tutta la colpa del dimenticabilissimo Europeo di Berlino a loro».
Il nuovo corso esce dai blocchi. Il c.t. La Torre è in tournée in Italia per incontrare gli atleti top. Ad maiora, speriamo, di cuore.