Il ticket moderato che deve salvare l’iraq dalla guerra
ritorsive sopra le righe, a nascondere le contraddizioni del Documento economico-finanziario. Quanto è stato deciso, in attesa di nuove sorprese, ha soprattutto un forte odore elettorale. Il sospetto è che a Cinque Stelle e Lega non interessi quanto costeranno le loro promesse alle casse dello Stato. Decisivo è soprattutto il calcolo del possibile ritorno elettorale che potranno ricavarne.
Per Salvini, è la guerra senza quartiere e potenzialmente senza limiti all’immigrazione: tanto da avere avuto una reazione stizzita di fronte al «sì» di Sergio Mattarella al suo decreto, accompagnato da una lettera a Conte in cui il capo dello Stato raccomanda il rispetto della Carta su questa materia. In più, il ministro dell’interno e vicepremier rivendica lo smantellamento della legge Fornero. E annuncia che 400 mila italiani e italiane potranno anticipare il proprio pensionamento nel 2019, anno di elezioni europee. Specularmente, Di Maio consegna il reddito di cittadinanza inviso alla Lega a 5 milioni di elettori del Movimento per l’aprile del 2019: a un mese dalle Europee.
È una manovra perfetta per permettere a entrambi di confermare e aumentare la messe dei consensi e sbaragliare avversari già vacillanti. Il problema è che il prezzo di questa somma di misure smentisce Viene salutata con favore la nomina a primo ministro iracheno di Adel Abdul Mahdi e Barham Salih come presidente. Si tratta di un ticket moderato, scrive Abdulrahman alrashed sul sito di Al Arabiya, che fa per il momento tirare un sospiro di sollievo sulla stabilità del Paese. Rimane fuori dal gabinetto il leader sciita Muqtada al-sadr.
Futuro
Di qui alle urne di maggio, tutti in realtà rischiano di uscirne sfibrati e delegittimati