Mercati, tensione sull’italia
Salvini accusa gli speculatori alla Soros. Savona: l’ue va contro l’iceberg
Si apre in negativo, per l’italia, la settimana sui mercati. Lo spread vola oltre 300 e piazza Affari chiude in calo del 2,43%. Il governo attacca: Salvini accusa gli speculatori. Di Maio punta il dito sul Fondo salva Stati. E Savona avverte: con la Ue si va sull’iceberg.
«Non faremo la fine della Grecia», dice Matteo Salvini. Ma certo, quello che Renato Brunetta definisce «l’ennesimo lunedì nero» non fa ben sperare. Spread che tocca i 310 punti (non succedeva dallo scorso maggio, quando arrivò a 320); Borsa italiana a picco (-2,43%); titoli bancari pure (-3,71%); quasi 15 miliardi di capitalizzazione bruciati.
C’era grande attesa ieri sui mercati dopo la lettera di richiamo della Ue arrivata venerdì (a borse chiuse) che di fatto ha bocciato il Def aggiornato del governo. Partito dai 285 punti base di venerdì, il differenziale tra il rendimento del Btp decennale italiano e il Bund tedesco a fine giornata si ferma a 306,1 punti. Ma la «soglia psicologica» dei 300 è superata. Il ministro agli Affari europei Paolo Savona, che definisce la manovra «corretta, cauta e moderata» e promette «una verifica dei conti ogni tre mesi», non sembra allarmato e anzi parla di «prova dei mercati superata: non siamo preoccupati». Anche perché «credo che nessuno abbia interesse a che l’italia entri in una grave crisi e Draghi ci sarà fino al 2019». Ma l’ue, secondo Savona, sui livelli di deficit «tiene il pilota automatico: ma se rischia di andare contro un iceberg, tiene il pilota automatico lo stesso?». E prevede: «Se l’europa si mette di traverso sul Def, allora deciderà il popolo».
Il vicepremier Salvini attacca gli «speculatori alla vecchia maniera, alla Soros, che puntano sul crollo del Paese per comprarsi a livello di saldo le aziende sane di questo Paese». Parla, il leader leghista, di «scontro tra economia reale e virtuale, tra vita vera e vita finanziaria» e ripete: «Noi non torniamo indietro». E pure l’altro vicepremier Luigi Di Maio attacca: «In tutti questi giorni quando lo spread era sotto i 300 punti, c’era qualche commissario che sparava contro la manovra italiana; è singolare poi — aggiunge — vedere il presidente del Fondo salva Stati Klaus Regling fare delle interviste nel giorno in cui potevano esserci delle difficoltà per l’italia ed esprimere preoccupazioni per le banche italiane». Regling ieri ha avvertito del rischio di un «conflitto» Italia-ue per gli «obiettivi di bilancio fuori linea annunciati», ma ha pure aggiunto: «Aspettiamo e vediamo». Di Maio ha ripetuto che «non vogliamo far saltare i conti e non rinneghiamo l’adesione all’ue o all’euro». E nel giorno dello spread a 306, il senatore Mario Monti ricorda la crisi del 2011: «Non mi sembra siamo nella stessa situazione, però la valutazione del mercato di questi primi mesi del governo mi sembra molto negativa e questo modo irresponsabile di gestire la politica economica giova moltissimo agli speculatori». Ma per l’ambasciatore Usa a Roma, Lewis Eisenberg, «l’italia merita una chance: chi è stato eletto sta rispondendo alle domande degli elettori e mettendo in atto tutto ciò che è stato promesso». Intanto, oggi la Nota al Def comincia il suo iter parlamentare. Stamattina, il ministro dell’economia, Giovanni Tria, presenta il Documento alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Giovedì dovrà arrivare nelle Aule.
L’iter del Def
Oggi Tria presenta il documento alle commissioni di Camera e Senato
A pensare male, penserei che dietro allo spread ci sono speculatori alla Soros, che mirano al crollo del Paese