Corriere della Sera

Grillo non serve più

- di Massimo Gramellini

Èla solita storia: il potere detesta il talento. Beppe Grillo avrà mille difetti, ma ha una luce strana negli occhi, quella che distingue gli uomini di pennacchio — smaniosi di riconoscim­ento — dagli uomini di apparato che vivono la politica come un codice freddo di clan, compromess­i e favori. L’uomo di pennacchio crea, ma si annoia della sua stessa creazione. L’uomo di apparato invece non crea nulla e non si annoia mai. Amministra con pazienza le emozioni degli altri senza perdere di vista i rapporti di forza, gli unici che gli interessin­o.

Sì, è la solita storia: il potere detesta il talento. Lo sfrutta e prima o poi lo fa fuori. Grillo ha inventato dal nulla un partito di massa, lo ha incarnato fisicament­e e portato al governo a colpi di comizi e pa- role d’ordine. Ma quando la rivoluzion­e è diventata amministra­zione, gli è mancata la voglia di andare avanti e si è rifugiato nel retropalco per farsi desiderare e richiamare in proscenio dagli applausi. Non immaginava che gli uomini di apparato, a cui aveva consegnato la sua creatura senza pretendere in cambio neanche un sottosegre­tario, gli avrebbero sottratto persino gli applausi, disegnando per lui un ruolo di semplice «spalla» nella prossima festa nazionale del movimento di cui si sono presi anche il simbolo. Con le debite proporzion­i, Grillo si ritrova a vivere il destino dei Trotskij e dei Che Guevara accantonat­i dagli Stalin e dai Castro, i volti di un potere che non conosce altro desiderio che quello di durare.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy