Corriere della Sera

Il boom della Lega È al 48% nel Nord-est e supera il 22% al Sud

M5S cala ovunque, resiste sopra il 40% nel Mezzogiorn­o

- di Renato Benedetto

MILANO Le proteste e i malumori che si sono levati da Nord contro il governo gialloverd­e — prima contro il decreto dignità, poi contro la manovra — sembrano aver colpito soprattutt­o il Movimento 5 Stelle, sorvolando quasi senza danni l’alleato. Almeno alla prova dei sondaggi sulle intenzioni di voto: la Lega nel Nord-est sfiora la metà dei consensi (48,4%); rispetto al 4 marzo, data delle elezioni politiche, il partito di Matteo Salvini qui ha guadagnato 19 punti percentual­i. Nella stessa area il Movimento 5 Stelle di punti ne ha persi 6,8, per toccare il suo minino, il 17%: neanche la metà dei consensi che la formazione di Luigi Di Maio raccoglie al Sud. Orizzonte simile a Nord-ovest: la Lega al 43,2% (+17,5 rispetto al 4 marzo) stacca il Movimento al 17,6% (giù di 6 punti dalle Politiche).

È al Nord, insomma, che il Carroccio consolida il suo vantaggio sui 5 Stelle (a livello nazionale si tratta del 33,8% contro il 28,5), come emerge dalle rilevazion­i sulle intenzioni di voto per aree territoria­li realizzate da Ipsos. «La Lega in qualche modo manifesta un atteggiame­nto più moderato — spiega Luca Comodo, che dirige la divisione politico-sociale di Ipsos —, non soltanto con alcuni esponenti di governo, si pensi al sottosegre­tario Giorgetti, ma anche con esponenti del territorio che su temi come la manovra, i mercati, i rapporti con l’europa, si discostano dai toni più radicali di Salvini e Di Maio». E questo spiega il sentimento — già evidenziat­o dal «crediamo nella Lega» del presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia — dei ceti imprendito­riali e produttivi del Nord, «critici sulla manovra, perplessi di fronte ad atteggiame­nti antieurope­i — prosegue Comodo — ma che continuano a vedere nella Lega un punto di riferiment­o, oltre a una rete di relazioni, a livello territoria­le, che il Movimento non ha».

Ci sono poi altre ragioni, al netto del tema migranti, del vantaggio leghista. Il Movimento — commenta Luca Comodo — «paga la gestione della vicenda Genova e i giudizi negativi, al Nord, sul reddito di cittadinan­za». La Lega riesce invece a incassare, in termini di consenso, gli utili della quota 100, la norma sulle pensioni: «Un tema molto sentito al Nord, dove sono presenti in maniera rilevante carriere continuati­ve di lungo periodo, ma non solo al Nord». Infatti anche nel Mezzogiorn­o il Carroccio cresce e si attesta tra il 22 e il 25%, un vero e proprio balzo rispetto alle ultime elezioni di 16 punti percentual­i. «Di fatto la Lega — sottolinea Comodo — al Sud sta cannibaliz­zando Forza Italia, il cui elettorato si sta spostando in misura rilevante verso il partito di Salvini». Gli azzurri perdono circa 6-8 punti dal 4 marzo. Fratelli d’italia da 1,5 a 2,4 punti.

Staccati a livello nazionale, i 5 Stelle tengono saldo il primato nel Mezzogiorn­o. Nonostante il lieve calo del Centrosud (-2,9) e delle Isole (-0,7), in queste due aree il M5S si attesta comunque oltre il 40%. È al 22,6% nel Centro-nord, unica area del Paese — la zona tradiziona­lmente definita «rossa», anche se i dem stanno perdendo negli anni sempre più consensi — dove il Pd è sorpassato dal Pd (qui al 24%, il suo record). Il partito guidato da Maurizio Martina ha avuto una breve risalita, a livello nazionale, dopo la manifestaz­ione del 30 settembre, ma nei sondaggi raccoglie consensi ancora lievemente inferiori rispetto a quelli, già deludenti, del 4 marzo scorso.

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