Corriere della Sera

Bolsonaro, i figli e le lobby «impresenta­bili» Tutti gli uomini del (quasi) presidente

Brasile, dopo il trionfo l’ex capitano prepara il ballottagg­io: con gli eredi eletti, gli evangelici e i latifondis­ti

- Rocco Cotroneo

RIO DE JANEIRO Governerà con i figli, pochi fedelissim­i e soprattutt­o con l’appoggio delle grandi lobby che contano in Brasile. Questo se Jair Bolsonaro, l’ex capitano dell’esercito che ha trionfato domenica, riuscirà a conquistar­e i pochi voti che gli mancano al ballottagg­io del 28 ottobre. Si è fermato al 46 per centro, ma il vantaggio sul rivale di sinistra Fernando Haddad (29 per cento) è molto ampio. L’analisi del voto complessiv­o — il Brasile ha scelto anche deputati, senatori e governator­i — mostra che il potere del Capitano sul grande Paese è assai più diffuso di quanto si potesse immaginare. In caso di vittoria potrebbe avere già una ampia base parlamenta­re su cui contare, per esempio.

Al suo fianco ci saranno per cominciare i tre figli. Eduardo è stato eletto deputato con un voto record nella storia brasiliana, 1,8 milioni di consensi a San Paolo. Il maggiore, Flavio, rappresent­erà al Senato lo Stato di Rio de Janeiro, dove

Gli «imbattibil­i» Potrà contare sullo schieramen­to BBB: dalle iniziali Bibbia, Bala (pallottola) e Boe (bue)

ha anch’egli sbaragliat­o i rivali. Il più piccolo, Carlos, non ha partecipat­o a questa tornata perché è già consiglier­e comunale.

Non è andata bene alla ex moglie Ana Cristina: trombata alla Camera pur usando il cognome magico. Bolsonaro deve solo sperare che la donna non riapra la causa per minacce di morte che gli intentò nel 2011 e la spinse a lasciare il Brasile. Quando un settimanal­e scoprì la vicenda, qualche settimana fa, lei disse che era acqua passata, niente a vedere con la sua candidatur­a. I due figli parlamenta­ri, intanto, sono riusciti a destare polemica anche nel giorno delle elezioni, postando accuse su urne manipolate che poi si sono rivelate inconsiste­nti. Eduardo e Flavio Bolsonaro sono considerat­i dagli avversari politici le menti dietro la valanga di fake news riversate negli ultimi anni sulla Rete.

Un altro personaggi­o vicino al Capitano è Rodrigo Amorim, avvocato 40enne diventato famoso perché qualche giorno fa si è fatto fotografar­e mentre distruggev­a una targa in ricordo di Marielle Franco, la militante nera per i diritti umani assassinat­a a Rio lo scorso marzo. Risultato: domenica Amorim è stato eletto deputato con quasi 100.000 voti, il più votato a Rio. Questo è il clima che preannunci­a la nuova era. Come le parole che continuano a uscire dalla bocca del possibile vice di Bolsonaro, il generale a riposo Hamilton Mourão. Anche per lui i torturator­i della dittatura erano «eroi» e i problemi del Brasile derivano dal sangue: «Gli indios erano fannulloni e i neri delinquent­i».

L’altro giorno ha detto di essere assai felice perché il suo ultimo nipotino è nato bianchissi­mo, molto più di lui. Poi ha detto che scherzava, ovviamente. Già pentito per la scelta del suo braccio destro, Bolsonaro avrebbe detto di recente che il generale dovrà chiudere la bocca fino al ballottagg­io.

Per passare dalle frasi a effetto alla politica, in caso di vittoria Bolsonaro si troverà un Parlamento frammentat­o in trenta partiti, dove il suo Psc e il Pt di Lula, i due più forti, sfiorano appena il 10 per cento. Ma non è questo che conta in Brasile, perché il consenso si compra a colpi di poltrone e giochi di interesse. Il Capitano potrà contare su uno schieramen­to imbattibil­e, chiamato informalme­nte BBB, dalle iniziali Bibbia, Bala (pallottola) e Boe (bue). Si tratta dei parlamenta­ri che rispondono agli interessi delle chiese evangelich­e, dei venditori di armi e dei latifondis­ti. Non che in passato questi gruppi non avessero importanza — Lula ne ha avuto enorme bisogno, per esempio — ma le affinità con la visione conservatr­ice di Bolsonaro sono molto evidenti. L’appoggio di una Chiesa evangelica assai popolare, la Universal, ha contribuit­o non poco alla volata finale.

Possiede la seconda rete televisiva del Paese, nella quale il candidato di destra è stato intervista­to da solo, quasi senza contraddit­torio, mentre su un altro canale andava in onda il dibattito presidenzi­ale ufficiale al quale Bolsonaro si era negato a partecipar­e, «per orientamen­to dei medici».

 ??  ?? In testaJair Bolsonaro, 63 anni, origini italiane, ex militare, candidato dell’ultradestr­a, ha preso il 46% dei voti al primo turno delle elezioni brasiliane di domenica (nella foto Afp, due giorni fa all’uscita dal suo seggio). Bolsonaro, era cresciuto vertiginos­ame nte nei sondaggi dopo lo stop alla corsa dell’ex presidente Lula, in carcere per corruzione
In testaJair Bolsonaro, 63 anni, origini italiane, ex militare, candidato dell’ultradestr­a, ha preso il 46% dei voti al primo turno delle elezioni brasiliane di domenica (nella foto Afp, due giorni fa all’uscita dal suo seggio). Bolsonaro, era cresciuto vertiginos­ame nte nei sondaggi dopo lo stop alla corsa dell’ex presidente Lula, in carcere per corruzione

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