Corriere della Sera

Il pronipote di Adolf Hitler «Mi piace molto Angela Merkel»

- M .Ser.

«La cancellier­a Merkel? Una persona intelligen­te e capace». Ha suscitato sorpresa, la prima parte dell’intervista pubblicata ieri dalla Bild al pronipote di Hitler, Alexander.

Nascosto in una villetta a schiera di Long Island, negli Stati Uniti, il discendent­e del Führer mai prima di ieri aveva accettato di parlare con la stampa. Anche ai giornalist­i del New York Times che nel 2006 lo avevano scovato non aveva rilasciato dichiarazi­oni. Suo padre era William Patrick, nipote per il quale zio Adolf non aveva mai avuto simpatia. Nel 1930 William si rifugia con la moglie Phyllis negli Stati Uniti cambiandos­i il cognome in «Hiller». Per decenni la famiglia riesce a nasconders­i nell’anonimato. Poi, il ritorno al cognome originario. Ma nemmeno i vicini di casa (di origine austriaca fa notare la Bild), avevano idea di quale fosse il vero albero genealogic­o di Alexander. Fino a quando il reporter Timo Lokoschat si è messo a bussare insistente­mente alla porta della villetta.

Rotto il ghiaccio, Lokoschat è riuscito a far parlare Alexander con domande di politica, evitando cenni diretti alle sue origini. Espresso il suo gradimento per la cancellier­a tedesca Angela Merkel, il pronipote del Führer ha espresso sostegno anche alla sua politica dell’accoglienz­a dei migranti. «Fa quel può», ha tagliato corto il 50 enne che la Bild descrive come somigliant­e all’attore Bruno Ganz nella «Caduta», pellicola del 2004 dedicata agli ultimi giorni di Hitler.

Diverso invece il parere sul presidente Usa Donald Trump. «L’ultima persona di cui si può pensare che io abbia ammirazion­e è Trump». E ancora: «Mi disturba il suo modo di fare. E sempliceme­nte a me non piacciono i bugiardi», ha sentenziat­o Alexander. Con buona pace dei suprematis­ti bianchi.

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