Corriere della Sera

«Pregi e difetti» L’autorità e la riforma anticorruz­ione

- Di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Èun po’ promosso e un po’ bocciato dal presidente dell’autorità nazionale anticorruz­ione il disegno di legge anticorruz­ione del ministro Bonafede. In un convegno all’università degli Studi di Milano, Raffaele Cantone apprezza che nel finanziame­nto pubblico dei partiti il ddl equipari ad essi le Fondazioni e vieti contributi anonimi, «ho seri dubbi che venga davvero approvata ma è la parte di riforma che mi convince di più. A condizione però che le sanzioni amministra­tive siano rese pubbliche ai cittadini; e che a controllar­e siano organi davvero in grado di farlo, e non (come invece previsto) la stessa attuale Commission­e i cui componenti già due volte si sono dimessi per lamentare l’assenza di reali poteri». Negativo invece il giudizio sulla clausola di non punibilità per il primo che tra corruttore e corrotto denunci l’altro entro 6 mesi e prima di essere indagato: «So che parte dei magistrati la chiedono da tempo, ma a me non

Le novità

Bene la stretta sulle fondazioni, dubbi per la non punibilità del primo che denuncia

piace e mi spaventa pure, perché temo che, oltre a non essere fruttuosa, si presterà ad abusi e farà rientrare dalla finestra di questa norma l’agente provocator­e cacciato dalla porta della legge». Il ddl, per evitarlo, subordina la non punibilità alla prova che l’eventuale furbizia della denuncia non fosse preordinat­a già all’inizio, ma «mi pare insufficie­nte. Mi chiedo se i vantaggi della norma siano così grandi da farci però correre anche il rischio che un privato, il quale voglia rovinare qualcuno o venga mandato a rovinare qualcuno, vada a fare in sostanza l’“agente provocator­e” senza neanche le regole minime di dove esiste. Vale la pena di mettere in crisi il fondamenta­le principio dell’obbligator­ietà dell’azione penale?». Cantone promuove invece (salvo la pena «frutto di compromess­o politico») l’ampliament­o del reato di traffico di influenze illecite, «un passo avanti che punisce i “facilitato­ri”». Anche se può esserci un problema «se prima non si fa una legge sul lobbismo: quando una mediazione rischia di essere illecita, se prima non si chiarisce cosa sia mediazione lecita?».

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