PARADOSSI DI CIVILTÀ, I FRANCESI SCELGONO «L’ARABO DEL FUTURO»
Il libro più venduto in questi giorni in Francia è il quarto volume della serie autobiografica «L’arabo del futuro», il romanzo grafico di Riad Sattouf che è stato tradotto in 22 lingue (anche in italiano da Rizzoli Lizard). L’autore, francese nato a Parigi quarant’anni fa, racconta la sua infanzia in Siria e in Libia con tono lieve e coinvolgente, lo stesso che usa quando nei «Cahiers d’esther» riporta le vicende di vita scolastica parigina riferitegli da una bambina figlia di amici. Si parla molto di Sattouf e del suo successo anche perché, appena uscito, il suo libro ha sottratto il primo posto in classifica al bestseller «Destin français» di Éric Zemmour, polemista noto (e condannato in tribunale) per le sue posizioni critiche verso gli arabo-musulmani che vivono in Francia. Il libro di Zemmour è, a sua volta, «una autobiografia intellettuale, storica e letteraria», indica l’editore Albin Michel. Nell’ultima delle sue polemiche televisive, Zemmour si è scagliato contro Hapsatou Sy, imprenditrice nata a Sèvres in una famiglia di origine senegalese. «I suoi genitori hanno sbagliato a chiamarla così, avrebbero fatto meglio a scegliere Corinne. Il suo nome è un insulto alla Francia», ha detto Zemmour. Eppure, i francesi stanno comprando il libro scritto da un Riad più del volume scritto da un Eric. È forse un segno di sottomissione e resa della civiltà europea oppure, più semplicemente, il fumetto di Riad Sattouf è autoironico, nuovo e riuscito mentre il saggio di Zemmour, pur di successo, ripete prese di posizione già sentite. In epoca di ritorno dei nazionalismi, Zemmour e gli altri violenti fustigatori del politicamente corretto e della globalizzazione possono felicitarsi di avere guadagnato molte posizioni nella battaglia delle idee, ma proprio per questo hanno perso l’amato ruolo di intellettuali tenuti ai margini. A sorprendere, ormai, è il tono mite di un francese di nome Riad.
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