Corriere della Sera

IL FATTORE UMANO IN CRISI

- di Aldo Cazzullo

Il Brasile, terza democrazia del mondo dopo India e Stati Uniti, sta per cadere nelle mani di un estremista considerat­o fino a poco tempo fa una caricatura, invitata nei talk-show per far ridere. Due anni fa, del resto, negli Usa in pochi videro arrivare Trump, considerat­o un outsider dai capelli dal colore introvabil­e in natura, che mai avrebbe potuto sconfigger­e l’establishm­ent repubblica­no e i suoi candidati.

Si parla spesso, giustament­e, di crisi della sinistra. I suoi partiti tradiziona­li sono crollati al 20% e anche più giù in Germania, in Italia, nella stessa Spagna dove il Psoe è al potere pur avendo toccato il minimo storico. In Francia i socialisti sono messi se possibile peggio. Negli Stati Uniti i democratic­i non trovano un leader in grado di riunire l’anima riformista e quella radicale, e Trump accosta con grottesca efficacia la deriva sanderista al Venezuela di Maduro. In Brasile la stagione del partito dei Lavoratori è finita nel discredito e nella corruzione, con l’impeachmen­t per Dilma e Lula in galera.

Ma si parla meno, ingiustame­nte, della crisi del centrodest­ra, come lo abbiamo fin qui conosciuto.

Dov’è l’erede di Helmut Kohl, che ha governato la Germania per sedici anni, e di Angela Merkel, che la governa da tredici? Dove sono gli Jacques Chirac e i John Major?

AParigi la destra repubblica­na è stata esclusa dal ballottagg­io per l’eliseo per la prima volta da quando esiste l’elezione diretta, e ancora non si vede all’orizzonte un nuovo campione: troppo a destra il leader provvisori­o Laurent Wauquiez, troppo al centro Valérie Pécresse, presidente della regione di Parigi, e Xavier Bertrand, che al secondo turno ha sottratto a Marine Le Pen la guida del Nord. A Londra i conservato­ri si sono avvitati nel suicidio politico di Cameron, nelle incertezze della May, nelle bizzarrie di Johnson, senza che i laburisti sull’orlo della scissione abbiano costruito un’alternativ­a credibile.

Dietro l’ondata populista non ci sono soltanto la crisi del mondo globale, la paura delle migrazioni, l’impoverime­nto del ceto medio, la distruzion­e del lavoro, l’avvento della rete che sdogana il linguaggio violento e il rapporto diretto tra il capo e il popolo. C’è anche, se non soprattutt­o, la crisi del fattore umano.

Questi fenomeni sono reali, e non se ne vede la fine. Ma da soli non sarebbero sufficient­i, se non fosse saltata la selezione della classe dirigente, se il mondo fosse ancora in grado di formare e trovare leader capaci di contrastar­e la corrente, di dare un colpo alla ruota della storia, di interpreta­re i cittadini senza usarli, come fanno i populisti, né tradirli, come hanno fatto le élite.

In Italia la situazione è particolar­mente grave. E non solo perché le aziende delocalizz­ano, i migranti sbarcano a migliaia, la rivoluzion­e tecnologic­a manda fuori mercato intere categorie, e il di cedere i ceti popolari ai 5 tenza dell’italia non può fare narcisismo del web avvelena Stelle senza conquistar­e i a meno. La selezione della la vita pubblica e mortifica i moderati. classe dirigente non può essere rapporti umani. In Italia il Rimpianger­e il passato è affidata al criterio della centro, che guardando ora a inevitabil­e ma inutile, mentre mediocrità. Non servono curricula destra e ora a sinistra ha governato il sentimento del Paese astratti, né ricette calate processi storici come mette sotto processo qualsiasi dall’alto. Serve la capacità la Ricostruzi­one, il classe dirigente, sembra rifiutare di sentire il Paese, interpreta­re boom, gli anni di piombo, la ogni competenza, il sentimento popolare ripresa, non produce più un non si riconosce nelle tecnocrazi­e senza farsene condiziona­re, leader da vent’anni. Anzi, e nei corpi intermedi. elaborare una proposta per le ogni volta che un capo politico Dove sono i sindacalis­ti che nuove generazion­i guardando tenta di occupare il centro, sfidavano l’estremismo delle al domani e non al consenso perde. Il Fini che elogiava fabbriche e della sinistra di immediato. Non sono Mussolini «statista del secolo» piazza? Dove le autorità indipenden­ti processi che si improvvisa­no, superava il 15%; è finito che facevano pesare o che si affidano alla pseudodemo­crazia allo 0,4. Berlusconi, vero fondatore la loro autorevole­zza su Palazzo del clic. Ma già del populismo italiano, Chigi e sulle istituzion­i con le candidatur­e alle prossime ora che si muove come finanziari­e internazio­nali? Europee il centrodest­ra, un saggio nonno di famiglia Dove i leader confindust­riali se ancora esiste, e il centrosini­stra e socio custode del Ppe non che avevano dietro migliaia (idem) dovrebbero dare conta più molto. Monti non è di operai e una cultura organizzat­iva un segnale. L’alternativ­a è riuscito a fondare un partito. e tecnica di livello pagare all’ondata populista Renzi ha tentato di spostare europeo? un prezzo altissimo. il Pd al centro, con il risultato Dal fattore umano la ripar© RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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