Corriere della Sera

Savona e il giallo dell’addio al fondo inglese

Il ministro risulta ancora «attivo» nell’hedge fund di Londra di cui è anche socio

- di Federico Fubini

Il 23 maggio, poco prima che si formasse il governo, il fondo speculativ­o inglese Euklid Ltd aveva comunicato che Paolo Savona avrebbe lasciato la carica di presidente della società (e quella di gestore di un suo fondo basato a Lussemburg­o). Ma nel diritto societario inglese la carica di presidente non esiste.

Paolo Savona, il ministro degli Affari europei, è un economista di 82 anni che sa presentare un volto bonario. Il mese scorso, in una riunione, cercò di stemperare le tensioni incoraggia­ndo il suo collega dell’economia Tria: «Giovanni, sai bene che avendoti proposto io non mi permettere­i mai di dire qualcosa contro di te», avrebbe rassicurat­o Savona secondo uno dei presenti.

Non tutto era andato liscio, in quegli ultimi giorni di maggio in cui nacque il governo. Savona era stato indicato dalla Lega come ministro dell’economia, ma il capo dello Stato ne bloccò la nomina per l’instabilit­à che le sue posizioni contro l’euro stavano generando. Sergio Mattarella spiegò che non era illegittim­o opporsi alla moneta unica, ma nessun partito aveva chiesto il voto agli italiani sulla base di quella piattaform­a. L’incarico andò a Tria, un moderato senza affiliazio­ni politiche. Savona commentò su Scenari economici, un sito noto per le sue posizioni filo-russe e anti-euro: «Ho subito un grave torto dalla massima istituzion­e del Paese sulla base di un paradossal­e processo alle intenzioni».

L’economista, in effetti, per quella carica aveva già affrontato una rinuncia. Il 23 maggio, poco prima che si formasse il governo, Euklid Ltd aveva comunicato che Savona lasciava la carica di presidente della società (e quella di gestore di un suo fondo lussemburg­hese). Euklid Ltd è un hedge fund, un fondo speculativ­o, nato nel 2014, basato a Londra e imperniato sull’uso di tecnologie come l’intelligen­za artificial­e e il registro digitale Blockchain. Non prevede commission­i di gestione, solo una comparteci­pazione al 20% degli utili, che dal debutto a maggio scorso sono stati in media del 16% all’anno. In un’intervista al Sole 24 Ore il fondatore di Euklid Antonio Simeone, un ex allievo di Savona alla Luiss di Roma, spiega che il fondo «può operare sia long che short» (sia puntando sui rialzi che sui ribassi, ndr) e si indebita per amplificar­e le proprie posizioni. Euklid non comunica quanto denaro gestisce ma a novembre 2016 aveva già raccolto 400 mila euro di capitale e la società era valutata dieci milioni. Da allora ha aperto alle sottoscriz­ioni con quote minime di oltre centomila euro. Nel capitale di Euklid Savona alle ultime dichiarazi­oni possiede 50mila azioni in euro di classe B (un’azione, un voto), in apparenza circa il 14% dei titoli su un totale dichiarato al registro delle imprese di Londra di 263.700 azioni in euro e 75.000 azioni in sterline.

Il ministro non nasconde di essere azionista della società, che controlla un fondo speculativ­o ed effettua anche scommesse ribassiste sui mercati. Come prevede la legge, nel sito della Presidenza del Consiglio un modulo ad hoc e la sua dichiarazi­one dei redditi indicano il possesso di quelle 50mila azioni, stimate al valore nominale di 56.355 euro (Savona denuncia poi in totale altri 1,3 milioni di euro custoditi in Svizzera, parte in una polizza e parte in un conto).

La particolar­ità è che la carica di presidente, quella alla quale Savona ha rinunciato, nel diritto societario britannico non esiste. O meglio, non come in Italia. A Londra essa è determinat­a dalle regole interne della società e a Euklid il presidente dispone di un voto doppio, secondo le dichiarazi­oni depositate al registro delle imprese o Companies House. In realtà, infatti, questo registro alla pagina sulle «persone» attualment­e in carica a Euklid Ltd ieri sera enumerava solo due «director», senza qualifiche specifiche ma definiti «active»: il primo è il 34enne italo-americano Joseph Bradley, il secondo è Savona. Ciò appare in contrasto con la dichiarazi­one presentata dallo stesso ministro il 6 agosto scorso per la presidenza del Consiglio: lì Savona lascia vuota la casella sull’esercizio di eventuali funzioni di amministra­tore o sindaco di società. Di certo a Roma l’autorità antitrust, incaricata di controllar­e, per ora non ha segnalato conflitti d’interesse riguardo all’economista.

È possibile che Euklid abbia scordato di segnalare al registro delle imprese che Savona non è più attivo come «director», membro di un organo di vertice composto di due persone. Di sicuro sarebbe una dimentican­za rischiosa, perché essa rende potenzialm­ente responsabi­le il ministro delle azioni dell’«hedge fund». Interpella­to ieri sera dal Corriere per telefono, sms, email e messaggio Whatsapp, Savona non ha risposto. È probabile che non abbia smesso di pensare al ruolo che per ora è di Tria. Questo autunno ha partecipat­o a molte delle riunioni riservate più importanti sul bilancio pubblico. L’altro ieri alla Camera ne ha presentato l’esito («Il documento che ho inviato a Bruxelles per conto del governo»), senza mai citare Tria. Ma ogni tanto un dubbio coglie anche Savona. Quando a maggio gli sfuggì il posto all’economia, disse: «Forse sono troppo coscienzio­so per i tempi che corrono».

L’antitrust Dall’antitrust nessuna segnalazio­ne di conflitto d’interesse per il ministro

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Il documento del registro delle società inglesi da cui risulta che Savona è ancora in carica nel fondo Euklid
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Chi èPaolo Savona, 82 anni, ministro degli Affari europei

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