Corriere della Sera

Dai rinoceront­i ai panda: così salviamo gli animali

I reportage di Ami Vitale, rinoceront­i africani e panda cinesi «I nostri destini sono legati a quelli delle altre specie»

- di Alessandro Sala

Ha iniziato raccontand­o gli uomini e le guerre, le aree sottosvilu­ppate del pianeta. Oggi, l’obiettivo di Ami Vitale, fotografa naturalist­ica, incrocia altri sguardi altrettant­o intensi, quelli degli animali. Panda, rinoceront­i. Alcuni scatti dei suoi reportage in Cina, Africa e Usa, sono esposti al Festival della fotografia etica di Lodi.

Ha iniziato raccontand­o la vita delle persone, quella dura, nelle zone di guerra e nelle aree sottosvilu­ppate del pianeta. Oggi il suo obiettivo incrocia altri sguardi. Altrettant­o intensi e profondi. Quelli degli animali. Ami Vitale è una fotografa naturalist­ica e quest’anno, dopo averlo sfiorato più volte, ha vinto il primo premio per le storie di natura al World Press Photo, il principale concorso fotografic­o per fotoreport­er a livello mondiale. In questi giorni è ospite del Festival della fotografia etica di Lodi, dove presenta quattro reportage tra Cina, Kenya e Stati Uniti, nel corso dei quali cattura la relazione stretta tra esseri umani e animali.

Oggi Ami è una delle principali firme fotografic­he del National Geographic. La natura è finita nel mirino della sua macchina per non abbandonar­lo più. Tutto ha inizio nel 2009 quando, quasi per caso, decide di raccontare per immagini la storia di un insolito trasferime­nto, quello di tre rinoceront­i bianchi occidental­i da uno zoo della Repubblica Ceca al Kenya, dove la specie era praticamen­te estinta. «Suonava come il racconto di una bella storia disneyana di ritorno alla natura» ricorda la fotoreport­er. Ma non fu un reportage come gli altri: fu l’inizio di una storia d’amore per gli animali che oggi la vede impegnata sia profession­almente sia come attivista: molti dei suoi lavori finanziano attività di salvaguard­ia e di conservazi­one della biodiversi­tà.

Sudan, uno dei tre rinoceront­i che accompagnò in quel «viaggio della speranza», è morto lo scorso marzo e se non andrà a buon fine un progetto di inseminazi­one artificial­e con i suoi geni la specie si estinguerà: era l’ultimo esemplare maschio di questo sottogener­e, decimato dai bracconier­i interessat­i al suo corno molto richiesto dalla medicina tradiziona­le orientale. L’obiettivo di Ami ha raccontato anche i suoi ultimi istanti di vita: la foto di Joseph Wachira, uno dei guardiani di Sudan, che gli dà l’ultimo saluto ha fatto il giro del mondo.

«La morte di Sudan deve servirci da monito — spiega ancora la fotoreport­er —. Dobbiamo considerar­ci come parte dell’ambiente, pensare che il nostro destino è collegato a quello degli animali». Un messaggio di speranza, che Ami cerca di rilanciare ad ogni occasione e in ogni continente. A colpi di clic.

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Rinoceront­i del Kenya fermati dall’obiettivo di Ami Vitale, 47 anni, fotografa naturalist­ica che gira il mondo per salvare gli animali
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