Corriere della Sera

Rinvii per reddito e pensioni, soglie diverse sul «condono» Tutti i ripensamen­ti nel Def

- di Enrico Marro

Al ministero dell’economia sarà un week end di lavoro per consentire a Giovanni Tria di portare lunedì in Consiglio dei ministri il decreto legge fiscale e, possibilme­nte, anche il disegno di legge di Bilancio, cioè la manovra per il 2019. Ieri il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha in realtà parlato di un’operazione in due tempi: «Lunedì approverem­o il decreto fiscale, propedeuti­co per la manovra che verrà approvata successiva­mente e comunque entro il 20 ottobre». Rinviare la legge di Bilancio si scontrereb­be col fatto che entro la mezzanotte di lunedì 15 ottobre tutti i Paesi europei devono inviare alla commission­e europea il Draft budgetary plan, documento nel quale si indicano le misure adottate con le rispettive leggi di Bilancio. Il 20 ottobre è invece il termine per la presentazi­one della stessa legge in Parlamento.

Comunque sia, le parole di Giorgetti riflettono le difficoltà di queste ore, nelle quali si sta rivelando più difficile del previsto trovare i 15 miliardi di euro tra maggiori entrate e tagli di spesa che dovrebbero finanziare, insieme al deficit, la manovra da 37 miliardi con dentro il «reddito di cittadinan­za», «quota 100» sulle pensioni e la flat tax per le partite Iva. Difficoltà accresciut­e dal fatto che sia il quadro degli obiettivi macroecono­mici sia il dettaglio delle misure è più volte cambiato nel corso delle ultime settimane. Dopo continui ripensamen­ti, il primo ha trovato un punto fermo nella Nota di aggiorname­nto del Def (Documento di economia e finanza) che fissa il deficit al 2,4% del Pil per il 2019 e il valore della manovra in 37 miliardi appunto, di cui 22 coperti con l’indebitame­nto, 8,1 con maggiori entrate e 6,9 con tagli di spesa. Valori che, spiegano all’economia, verranno rispettati con la legge di Bilancio. Potrebbero invece cambiare, proprio per essere sicuri di non sforare rispetto ai numeri fissati nella Nota, le decorrenze delle varie misure, in particolar­e quelle di spesa.

In particolar­e, il reddito e la pensione di cittadinan­za fino a 780 euro al mese per i poveri e i pensioname­nti anticipati con «quota 100» (62 anni d’età e 38 di contributi) non partiranno prima del prossimo aprile. Un rinvio che aiuterà a contenere la spesa entro i 16 miliardi complessiv­i previsti per il 2019. Altri ripensamen­ti sono invece conseguenz­a del braccio di ferro tra Lega e 5 Stelle, in particolar­e sulle sanatorie fiscali che entreranno nel decreto legge. Semplifica­ndo, il Carroccio avrebbe voluto un’operazione su larga scala capace di coinvolger­e anche i grandi evasori, tanto che all’inizio si parlava di una «pace fiscale» che avrebbe consentito di sanare fino a un milione di euro con aliquote forfettari­e crescenti in base

all’importo evaso. Ma i 5 Stelle si sono opposti e ora l’attenzione si è spostata sui piccoli evasori, tanto che nella bozza del decreto è spuntato un condono sulle vecchie cartelle (anni 2000-2010) di importo fino a mille euro, che si potrebbero estinguere pagando un’aliquota forfettari­a bassa (non ancora definita).

Per chi ha evaso fino a 200 mila euro (sarebbe questo il compromess­o tra Lega e 5 Stelle) ci sono invece due ipotesi allo studio: la possibilit­à di presentare una dichiarazi­one integrativ­a relativa alle somme non denunciate e di regolarizz­are il tutto pagando anche qui un’aliquota agevolata; oppure un rafforzame­nto del «ravvedimen­to operoso», che limiterebb­e la sanatoria solo alle imposte non versate (quindi già denunciate) prima che sia stato aperto un accertamen­to. Su tutto questo sono possibili ancora cambiament­i mentre sono assestati gli articoli sulla rottamazio­ne ter (rate fino a 5 anni) e sulla sanatoria delle liti pendenti. E per trovare altre risorse non è esclusa una sanatoria anche sui contributi previdenzi­ali.

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Meloni e la grappaLa leader di FDI Giorgia Meloni, in una distilleri­a in Trentino Alto Adige, dice a Juncker: «Ti offriamo una grappa se tuteli i prodotti italiani»

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