Corriere della Sera

L’ISOLAMENTO IN EUROPA MOLTIPLICA LE INCOGNITE

- di Massimo Franco

Acolpire non è tanto l’ennesima bordata del presidente della Commission­e europea, Jeanclaude Juncker, contro l’italia che a suo avviso «non rispetta la parola». Nè la solita risposta piccata dei capi di M5S e Lega, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Appare più rilevante il secondo avvertimen­to che arriva dal presidente della Bce, Mario Draghi, accanto a quello del Fmi, sui possibili danni della manovra finanziari­a. Si salda alle preoccupaz­ioni del sottosegre­tario della Lega a Palazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti, sugli effetti negativi del reddito di cittadinan­za; e sull’esigenza di trattare con l’europa «senza essere irresponsa­bili».

Non si tratta di una frattura nella maggioranz­a; forse non è neppure un’incrinatur­a. Ma rispetto a due vicepremie­r che accettano il muro contro muro con istituzion­i continenta­li e nazionali, c’è una richiesta di maggiore cautela. Anche perché accusare Bruxelles di volere male all’italia, può dare argomenti a chi accusa la coalizione M5s-lega di cercare, lei, pretesti per mettere il nostro Paese ai margini; e magari creare le premesse per una fuoriuscit­a di fatto dal sistema dell’euro. L’isolamento aumenta, e appare sempre meno splendido.

Né basta rintuzzare le critiche dicendo che il governo sta facendo quanto chiedono gli elettori: quasi scaricando scelte che si stanno rivelando azzardate. Giovedì si terrà a Bruxelles un vertice al quale il premier Giuseppe Conte parteciper­à per spiegare la strategia di Di Maio e Salvini, imposta allo stesso ministro dell’economia, Giovanni Tria. E, nonostante l’ ottimismo sulla crescita dovuta alle misure abbozzate, Conte affronterà una platea preoccupat­a e ostile. Ci sono almeno sei nazioni pronte a intimare all’italia il rispetto delle regole.

L’impression­e è che l’ue sia decisa a abbandonar­e il governo ai suoi errori, e dunque a non soccorrerl­o, in caso di uno «shock finanziari­o». Insomma, si prepara a proteggers­i da una deriva che può contagiare tutti; e a mettere in mora la maggioranz­a giallo-verde. La caccia affannosa di fondi per le sue misure, ora anche per rinazional­izzare Alitalia, provoca nuove scintille tra Di Maio e Tria. E la narrativa antieurope­a irrigidisc­e ulteriorme­nte gli interlocut­ori, insieme con la pretesa di bollare gli altri come burocrati.

L’ex premier Enrico Letta concede che il M5S ha saputo rispondere meglio dei partiti storici alla voglia di politica. Ma la replica del governo a chiunque lo critichi, che tanto gli equilibri europei saranno stravolti col voto di maggio, esaspera i malumori. La domanda è quanto si potrà tirare la corda; e se qualcuno non escluda di spezzarla: magari per tornare a chiedere all’elettorato una nuova legittimaz­ione, mentre l’opposizion­e è in un limbo. Un gioco comunque pericoloso.

Nel governo rispuntano le perplessit­à su reddito di cittadinan­za e salvataggi­o di Alitalia E la corda rischia di spezzarsi

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