Compie reati da 16 anni ma cambia identità e sfugge al rimpatrio
Padova, arrestato più volte per spaccio e rapina Vive in una casa popolare del Comune
Se la ricostruisci seguendo il comune buonsenso questa storia ha capitoli inspiegabili. Se la guardi con gli occhi di un burocrate diventa anche grottesca.
Lazhar Amor Ben Torch — il protagonista — ha quasi 40 anni e la nostra Giustizia lo conosce bene da 16. Le ultime sue prodezze, chiamiamole così, sono alcune delle spaccate che hanno tenuto in scacco per tutta l’estate la città di Padova. Una quarantina di colpi per bottini che a volte erano di poco conto ma che di sicuro hanno creato danni per migliaia di euro: negozianti e baristi in allarme, riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il ministro Salvini che promette rinforzi...
Allarme rosso, insomma. Finché gli agenti della squadra mobile, tre giorni fa, non hanno arrestato, appunto, Lazhar Amor Ben Torch, attribuendogli per ora soltanto alcuni di quei furti.
Nel passato di quest’uomo c’è un elenco infinito di reati commessi nel nostro Paese: resistenza, spaccio, rissa, un posto di blocco forzato, divieti di dimora, furti a non finire, inottemperanza alla direttiva di rimpatrio... È un tunisino, stando all’identità che ha usato più di frequente. Ma il fatto è che non ha mai avuto in tasca un passaporto e più di una volta si è servito di nomi diversi. Quindi, malgrado sia stato nelle nostre carceri, malgrado le condanne e malgrado abbia alle spalle un elenco lunghissimo di denunce, al momento è praticamente impossibile rimpatriarlo. Anche perché la Tunisia — davanti alle sue impronte digitali, al nominativo e ai tanti alias inviati dall’italia — ha fatto sapere che non lo riconosce come un suo cittadino.