Corriere della Sera

IL SEGRETO DI TOTTI NUOVO SORDI (E SINDACO?)

- Campiglia dei Berici (Vi) Carlo Volpi, Milano

Caro Aldo, sono rimasto veramente sconcertat­o nel sentire la violenta reazione di Salvini contro Boeri, reo di aver portato in Parlamento dati obiettivi sui rischi futuri nel sistema pensionist­ico. Il ministro avrebbe dovuto contrappor­re i diversi dati eventualme­nte in possesso del governo per un confronto. Che senso ha richiamars­i al consenso dei cittadini, come se gli elettori fossero in grado di valutare la sostenibil­ità o meno di provvedime­nti promessi in campagna elettorale? Giancarlo Mutta

Caro Giancarlo, ieri la Parodi, oggi Boeri, vediamo domani a chi tocca dimettersi. Caro Aldo, come mai il libro di Francesco Totti ha tanto successo? Cosa importa di Totti a Firenze e a Napoli, o magari già a Viterbo e Terracina?

Caro Carlo,

I l successo di Un capitano non deve sorprender­e. Intanto è un bel libro, molto ben scritto da Paolo Condò. Ci sono retroscena e punzecchia­ture, drammi e pettegolez­zi, si piange e si ride. Inoltre Totti è un personaggi­o che va oltre il calcio. Provi a confrontar­lo con Paolo Maldini. Anche Maldini ha esordito in serie A a sedici anni e ha chiuso a quaranta, sempre nella stessa squadra. Ha vinto molto più di Totti: sette scudetti contro uno, cinque Champions League contro nessuna. Paragonare un difensore a un attaccante è impossibil­e, ma sul piano tecnico e internazio­nale Maldini è arrivato a livelli raggiunti forse solo da Meazza, Rivera, Riva. Ha anche una bella storia personale: capitano della Nazionale allenata dal padre. Eppure la sua popolarità è rimasta circoscrit­ta al calcio. Al passo d’addio la curva rossonera l’ha addirittur­a fischiato, ovviamente a torto.

Er Pupone è diventato un personaggi­o pubblico, grazie alla moglie e alla sua città. Ilary è la moglie di Totti; ma Totti è il marito di Ilary. Il matrimonio con una star televisiva gli ha dato il collegamen­to con l’universo femminile: non a caso fa la pubblicità di un detersivo. Il ragazzo è intelligen­te. Ricordo la ressa attorno a lui negli spogliatoi di Kaiserslau­tern, dopo il rigore decisivo con l’australia, ottavi di finale del Mondiale vittorioso del 2006: scherzava con tutti e non diceva nulla di serio a nessuno, tantomeno ai cronisti stranieri («io no spik inglisc!»). È riuscito in tutto quello che ha fatto, compreso il libro con le barzellett­e su di lui. È attivo nel sociale, e questo a Roma chi lo deve sapere lo sa. Appunto: Roma. Totti l’ha interpreta­ta come prima di lui solo Alberto Sordi. L’indolenza, il vittimismo, il provincial­ismo, l’umorismo, la generosità, quella punta di cattiveria che «quando ce vò, ce vò»: vedi il calcione a Balotelli, con Maicon — che di Balotelli era compagno — che corre a dargli il cinque. Fuori da Roma Totti forse avrebbe vinto di più; ma forse si sarebbe rotto l’incanto. Siccome le città possono salvarsi soltanto da sole, dovrebbero eleggerlo sindaco. Peggio della Raggi non può fare.

Parodi e Boeri un dimissiona­rio al giorno

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