Corriere della Sera

Carige, il risiko ridà fiato al titolo E in Creval vince la lista dei francesi

L’istituto ligure (+6,5%) apre il dossier aggregazio­ni. A Sondrio prevale Dumont

- F. Mas.

Carige riprende fiato in Borsa, +6,5%, sul ritorno della spinta all’aggregazio­ne dopo il summit dei vertici in Bce e il consiglio fiume di giovedì. Nello stesso giorno il Creval — ormai public company — insedia il nuovo consiglio proposto dal socio francese Denis Dumont e sostenuto da fondi come Algebris (5,258%), Hosking Partners (5,057%), Steadfast (8,197%) nonché dal Credit Agricole, partner e socio al 5%, con Luigi Lovaglio alla presidenza e la conferma del ceo Mauro Selvetti, che ha risanato l’istituto di Sondrio. Due storie parallele di banche medie e di territorio, entrambe prossime a una svolta.

Più delicata è la situazione di Carige: l’istituto ligure, con la famiglia Malacalza al 27,5%, deve rientrare entro fine anno nei parametri di patrimonio totale fissati dalla Bce (il patrimonio di base, il Cet1, è invece ampiamente sopra la soglia). Per questo motivo il nuovo consiglio presieduto da Pietro Modiano e guidato dal ceo Fabio Innocenzi sta studiando un bond da 200 milioni. Anche a causa di questo ammanco patrimonia­le è arrivato il declassame­nto dell’agenzia di rating Fitch, che ha parlato di «fallimento come possibilit­à concreta» per la difficoltà nella sottoscriz­ione del bond.

La palla è in mano ai soci: Vittorio Malacalza è disponibil­e a investire, o comunque a dare una garanzia di copertura — necessaria data la difficoltà di emettere un bond in una fase turbolenta dei mercati — ma vuole che gli altri soci forti come Pop12 di Raffaele Mincione (al 5%) e Lonestar di Gabriele Volpi (9%) facciano lo stesso. E da fonti vicine agli azionisti emergerebb­e che entrambi stiano valutando di sottoscriv­ere. La decisione sarà presa anche in relazione al piano che Innocenzi presenterà e alle modalità del bond, subordinat­o semplice o convertibi­le o convertend­o. Al board del 23 ottobre dovrebbe essere valutata la cessione di Creditis (credito al consumo) a Chenavari: ma dipenderà dal prezzo. Ieri intanto Innocenzi ha confermato ai sindacati che sta analizzand­o sia l’ipotesi di un’aggregazio­ne (per la quale sarà scelto un advisor: potrebbe essere Ubs) sia di un rilancio «stand alone». Malacalza è per quest’ultima opzione, puntando a una fusione solo a banca risanata.

Anche il Creval guarda a un’aggregazio­ne nel medio termine: è il piano di Lovaglio e Selvetti, sostenuti dai nuovi soci forti dell’ex popolare. Dopo il passo di lato dell’ex presidente Miro Fiordi, i fondi hanno eletto Elena Beccalli, Alessandro Trotter, Teresa Naddeo, Stefano Caselli, Fausto Galmarini, Massimo Massimilla, Livia Aliberti Amidani, Paola Bruno, Carlo Crosara (Anna Doro, Serena Gatteschi, Stefano Gatti per le minoranza). «Siamo soddisfatt­i del risultato, penso che resteremo a livello attuale», ha detto Pierre Mestdagh, presidente di Dgfd sa, la holding di Dumont. ● La lista presentata dal francese Denis Dumont, che ha il 5,12%, è stata votata ieri da Algebris (5,2%), Credit Agricole ( 5%), Hosking (5%), Steadfast (8,2%)

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Il fondatore e amministra­tore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, 34 anni
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Il board ● Luigi Lovaglio, 63 anni, già top manager di Unicredit (ha guidato Pekao in Polonia) è stato eletto nel board di Creval: sarà presidente

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