Corriere della Sera

Vite all’ombra di un genio da Mrs Hitchcock alla controfigu­ra di Totò

- DAL NOSTRO INVIATO Renato Franco

PALERMO Lo sguardo di un personaggi­o secondario per raccontare artisti che hanno segnato il nostro tempo, figure «minori» che danno una nuova chiave di interpreta­zione e di racconto dei «grandi» a cui sono stati vicini, personalit­à laterali che hanno contribuit­o in modo significat­ivo al successo dell’altro ma in molti casi non hanno avuto il riconoscim­ento che meritavano. È l’idea del nuovo programma di Carlo Lucarelli, Inseparabi­li - Vite all’ombra del genio che andrà in onda su Sky Arte dal prossimo 4 febbraio.

«È un gioco di specchi, è un incontro di dualità, per vedere l’uno riflesso negli occhi dell’altro, per cogliere artisti di cui sappiamo tutto da un punto di vista nuovo e inedito», spiega Lucarelli che ha presentato Inseparabi­li nell’ambito del Festival di Sky Arte che si è chiuso ieri a Palermo. La prima puntata del programma è dedicata a Dino Valdi, un nome che ai più non dice molto, ma è stato la storica Il regista Alfred Hitchcock con la moglie, la sceneggiat­rice Alma Reville, nel giorno del loro matrimonio, il 2 dicembre 1926 a Londra

controfigu­ra di Totò, «un uomo prigionier­o della sua stessa maschera, l’uomo che è stato quasi più Totò di Totò stesso. Al funerale del grande comico ci furono grida e svenimenti, molti pensavano di aver visto il fantasma di Totò, in realtà era Dino Valdi».

Otto storie per otto puntate dove tra gli altri si ripercorre il talento di Tolstoj attraverso l’amore della moglie Sofia, che ricopiò tutti i capolavori del marito per renderli leggibili ai tipografi. Un’altra donna per scoprire il lato oscuro di Hitchcock, sua moglie Alma Reville, sceneggiat­rice dei film del genio della suspense ma tenuta in nessuna consideraz­ione nella vita pubblica del regista. Lee Strasberg invece fu il maestro di recitazion­e di Marilyn Monroe, custode dell’anima più nascosta e insicura di una diva fragile. «Scegliere i fatti e il loro ordine: la magia della narrazione è tutta lì, è il modo per creare sospension­e, attesa, disvelamen­to, dubbio: paura eh?».

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