Corriere della Sera

Rapporto choc sul giornalist­a scomparso

La Cnn: in un dossier Riad evoca servizi deviati. Trump parla con il re: killer solitari

- di Guido Olimpio e Giuseppe Sarcina

«Un interrogat­orio finito male»: i sauditi, secondo alcune fonti, si preparano a rendere nota la loro versione per la morte del giornalist­a Jamal Khashoggi, avvenuta all’interno del consolato dell’arabia Saudita a Istanbul, in Turchia, lo scorso 2 ottobre.

WASHINGTON Il segretario di Stato Mike Pompeo è a Riad per bloccare l’escalation della crisi tra Stati Uniti, Europa (più Turchia) e l’arabia Saudita. La scomparsa del giornalist­a Jamal Khashoggi, avvenuta il 2 ottobre scorso nel consolato saudita a Istanbul, ha improvvisa­mente scosso il rapporto tra Washington e Riad, in cui si mescolano affari, petrolio, questioni geo-strategich­e.

Ieri Donald Trump ha telefonato al Re Salman e deve essere rimasto impression­ato dalla conversazi­one, tanto da ipotizzare ora che l’ormai quasi certo omicidio di Khashoggi possa essere stato commesso da «killer solitari», fuori controllo, quindi non collegabil­i al governo saudita e al principe ereditario Mohammed bin Salman. «Il Re — ha detto Trump ai giornalist­i — nega con tutte le forze di saperne qualcosa. Qui è come se avessero agito degli assassini solitari». Trump ha chiamato Pompeo: «Gli ho chiesto di andare subito a Riad e ovunque sia necessario per venire a capo di questa storia».

Una delle domande chiave è se il commando volesse solo rapire il giornalist­a dissidente e qualcosa sia andato storto. Secondo fonti della Cnn, i sauditi starebbero preparando un rapporto che conferma questo scenario e che potrebbe dare la colpa della morte ad una cellula di «servizi deviati», promettend­o che i responsabi­li verranno puniti.

È evidente lo sforzo della Casa Bianca di derubricar­e il caso da «affare di Stato» a «delitto privato», in modo da circoscriv­erne le responsabi­lità. In questa prospettiv­a, una via d’uscita potrebbe essere l’applicazio­ne di sanzioni su alcuni funzionari laterali, «sacrificab­ili» dal regime saudita, sulla base del «Global Magnitisky Human Rights Accountabi­lity Act», già utilizzata dall’amministra­zione per colpire agenti del servizio segreto militare russo.

C’è sempre la variante «The Donald», però. Alcuni media hanno giustament­e osservato che il presidente ha mostrato verso Re Salman la stessa comprensio­ne accordata a Vladimir Putin, accusato dall’intelligen­ce di voler destabiliz­zare la democrazia americana. Ma sempre ieri, in un’intervista alla Cbs, Trump improvvisa­mente ha cambiato passo: Putin «forse è coinvolto» in una serie di omicidi a sfondo politico, come l’avvelename­nto dell’ex spia russa Sergei Skripal in Gran Bretagna. In ogni caso gli sforzi diplomatic­i dovranno tenere conto delle indagini. Sempre ieri la polizia scientific­a turca è entrata nel consolato saudita.

Le autorità di Istanbul hanno già fatto trapelare l’esistenza di un audio e forse di un video che documentan­o l’aggression­e di Khashoggi all’interno dell’edificio. Come hanno ottenuto questi file? La prima ipotesi è che l’apple watch della vittima abbia registrato tutto. Tuttavia gli esperti e i veterani dello spionaggio internazio­nale, tendono a escluderlo, sulla base di una valutazion­e tecnica. L’alternativ­a, sostengono, è che ci fosse una microspia a sorvegliar­e le mosse. Una «cimice» piazzata dai servizi segreti di Ankara? I sauditi la staranno cercando di sicuro. Ma sta prendendo forma anche un altro scenario. Khashoggi potrebbe aver nascosto il dispositiv­o sotto la camicia o all’interno di un oggetto, come una penna. Qualcosa, insomma, che avrebbe superato i controlli e bucato la schermatur­a dell’ambiente. Sempre che l’intera storia della registrazi­one non sia un bluff turco.

Tre ipotesi infine circolano su dove sia finito il cadavere: secondo la stampa turca, sarebbe stato sezionato dal medico legale che faceva parte del presunto team di agenti e poi sepolto nel giardino della residenza del console. Oppure: potrebbe essere stata usata la rete fognaria. O ancora: i resti sarebbero stati distrutti con l’acido. Intanto l’ambasciata saudita di Washington ha cancellato il riceviment­o in programma il 18 ottobre. Non è tempo di festeggiam­enti.

La missione Il presidente americano ha inviato il segretario di Stato Mike Pompeo nel Regno

 ??  ?? Relazioni pericolose­Il presidente statuniten­se Donald Trump e il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman a Riad durante un incontro nel maggio 2017. Durante un’intervista televisiva alla trasmissio­ne «60 minutes» dell’emittente Cbs, Trump ha affrontato il caso Khashoggi, descritto come «molto importante» e ha definito i responsabi­li della morte del giornalist­a ed editoriali­sta del Washington Post delle «canaglie» e degli «assassini» (Foto Afp)
Relazioni pericolose­Il presidente statuniten­se Donald Trump e il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman a Riad durante un incontro nel maggio 2017. Durante un’intervista televisiva alla trasmissio­ne «60 minutes» dell’emittente Cbs, Trump ha affrontato il caso Khashoggi, descritto come «molto importante» e ha definito i responsabi­li della morte del giornalist­a ed editoriali­sta del Washington Post delle «canaglie» e degli «assassini» (Foto Afp)

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