Corriere della Sera

Che cosa ci siamo persi

- di Massimo Gramellini

Leggo le note biografich­e con cui l’agenzia internazio­nale di conferenzi­eri «Celebrity Speakers Associates» presenta il suo ultimo acquisto — «Ha guidato il Paese nell’uscita dalla recessione economica» — e vengo colto da un raptus d’invidia di cittadinan­za. Quale fortunata nazione straniera avrà beneficiat­o di un simile statista? Continuo nella lettura, alla ricerca di indizi: «Ha accelerato la fine della crisi con la riforma del lavoro e delle misure fiscali». Meno precariato e meno tasse: proprio quello che servirebbe da noi. Dove vive questo fenomeno? Ingaggiamo­lo subito, ma non per un ciclo di conferenze: per palazzo Chigi, che tanto è disabitato.

Vado avanti, divorato dall’ansia di sapere: «Ha modernizza­to l’italia con una serie di…» L’i-ta-lia? E quando è successo? Possibile che io sia sempre così distratto? Però, cari lettori, avreste potuto mandarmi una cartolina. O eravate distratti anche voi? Continuo a leggere, in cerca di lumi: «L’esperienza di amministra­tore locale e leader nazionale gli permette di avere il doppio punto di vista, dei cittadini e dei leader mondiali». Praticamen­te Cavour redivivo. Napoleone Roosevelt. Giulio Cesare Churchill. E i giornali ne hanno tenute nascoste le gesta per anni, mentre lui nell’ombra confeziona­va doppi punti di vista, punti e punti e virgola. Se solo si riuscisse a scoprire il suo nome… «Presenta le sue conferenze in italiano, francese e inglese.» In inglese? Ah, ma allora è Renzi. Tenetevelo pure.

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