Nuovo fronte giudiziario per la Lega Chiesti 3 anni e 4 mesi per Rixi
Col viceministro altri 16 nella vicenda «spese pazze». Rischio di spaccature con M5S
Dopo la vicenda dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali percepiti illegittimamente secondo i giudici, un’altra grana giudiziaria colpisce la Lega di Matteo Salvini e rischia di aprire una spaccatura con la componente più giustizialista del Movimento 5 Stelle. Ieri la Procura di Genova ha chiesto la condanna a 3 anni e quattro mesi per Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture, già vice di Salvini nel partito ed ex assessore ligure allo Sviluppo economico. È accusato di peculato, in caso di condanna scatterebbe la sospensione prevista dalla legge Severino. È l’ennesima puntata della complessa inchiesta sulle «spese pazze» dei consiglieri regionali che ha coinvolto a vario titolo esponenti di numerosi partiti: dalla Lega all’idv, da Forza Italia all’udeur, fino al Pd. In tutto sono 17 le richieste di condanna, compresa quella per Francesco Bruzzone, anche lui del Carroccio, presidente del consiglio regionale (2 anni e tre mesi).
Nel mirino del procuratore Francesco Pinto erano finiti i rimborsi percepiti fra il 2010 e il 2012. I consiglieri sono accusati di peculato (e alcuni anche di falso) per aver presentato in nota spesa ricevute e scontrini per cene, viaggi, addirittura gite al luna park, ostriche a Nizza, gratta e vinci e altri acquisti che non sarebbero riconducibili — secondo gli investigatori — alle attività istituzionali, come per esempio i 1.774 euro di compere in una pelletteria. Inoltre alcuni consiglieri avrebbero anche presentato scontrini «dimenticati da ignari avventori». L’ammontare delle spese indebitamente rimborsate sarebbe superiore ai 700 mila euro, anche se una parte è già stata restituita.
La vicenda giudiziaria rischia di diventare un caso politico e potrebbe anche avere conseguenze sulla ricostruzione del Ponte Morandi: Rixi infatti non solo è viceministro per le Infrastrutture, ma è stato eletto in Parlamento proprio in Liguria ed è per molti versi il plenipotenziario del Carroccio sul territorio per tutti i risvolti politici legati alla vicenda del crollo del viadotto. Rixi, 44 anni, in passato era finito al centro delle polemiche per aver assunto come collaboratore il cognato («lavora con me da prima che conoscessi mia moglie, anzi me l’ha presentata proprio lui. Che ci posso fare se è diventato mio cognato?» era stata la giustificazione del leghista riportata da Gian Antonio Stella in un articolo sul settimanale Sette del 26 febbraio 2016), finora è sempre stato difeso da Salvini. «Io ho una fiducia nella giustizia italiana pari allo 0,1%. Edoardo non si deve assolutamente dimettere» aveva dichiarato il leader del leghista ai tempi del rinvio a giudizio. Appena tre giorni fa, però, Salvini ha scritto su Twitter: «Chi sbaglia paga. Non si possono tollerare irregolarità
L’inchiesta Coinvolti esponenti di diversi partiti: dal Carroccio all’idv, da Forza Italia al Pd
nell’uso dei fondi pubblici». Il riferimento era all’inchiesta sul sistema dell’accoglienza dei migranti a Riace, ma adesso quelle stesse parole sono tornate indietro come un boomerang.
Il viceministro Rixi, che durante il processo si era difeso spiegando di «aver seguito la prassi» e «le regole in uso nella Regione», ha preferito non commentare la richiesta di condanna. La notizia lo ha raggiunto a Genova dove era impegnato in una serie di incontri legati alle questione della ricostruzione del Ponte Morandi. Il timore, in ambienti della Lega, è che in caso di condanna il Movimento 5 Stelle possa sfruttare il caso Rixi per indebolire gli alleati del Carroccio che finora sembrano aver avuto nelle attività di governo un peso maggiore rispetto alla componente grillina.