Corriere della Sera

Carceri affollate: la «rivolta» che fa notizia e le proteste (serie) ignorate

- Di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Diecimila detenuti — che nei mesi scorsi avevano scelto il metodo della non violenza attraverso lo sciopero della fame per chiedere allo Stato di cessare di essere esso stesso fuorilegge nel sovraffoll­amento, nella inadeguate­zza delle cure sanitarie e nella carenza di percorsi di avviamento al lavoro — non hanno mai avuto un decimo dell’attenzione accordata invece dal Dipartimen­to dell’amministra­zione penitenzia­ria e dai mezzi di informazio­ne ai «15 facinorosi» subito trasferiti dal carcere di Sanremo perché protagonis­ti di disordini rubricati a «rivolta» man mano che la dimensione dei fatti, sabato notte, lievitava di comunicato in comunicato nella rappresent­azione di organizzaz­ioni sindacali non sempre davvero rappresent­ative della polizia penitenzia­ria. Materassi incendiati e sedie scaraventa­te assicurano dunque più ascolto (agli occhi delle tv e delle istituzion­i) di un impegno serio? Fortuna

Sanremo

Disordini in Liguria, trasferiti 15 detenuti Nessuno rispose agli scioperi della fame

che gran parte della comunità carceraria — come dimostrano le ore di domande e risposte ieri a San Vittore tra un centinaio di detenuti e la vicepresid­ente della Corte Costituzio­nale, Marta Cartabia, sul frammento di Carta che promuove «il pieno sviluppo della persona» — non impara la pessima «lezione» neppure dopo che la politica ha dato, a proposito di lezioni, un’altra manifestaz­ione della strumental­ità con la quale tratta le persone in carcere. Da un lato con il governo precedente che, dopo aver promosso una equilibrat­a riforma dell’ordinament­o penitenzia­rio, sotto elezioni non ha avuto il coraggio di approvarla per paura di pagare ulteriore salasso elettorale; dall’altro lato con il nuovo governo 5 Stelle/lega che, cementato dall’opzione unicamente carcerocen­trica, si muove come se, al più, fosse tutto e solo un problema di spazi. Ma se 59.275 persone in 50.622 teorici posti (meno altri 5.000 inagibili) sono un problema, molto di più lo è che 7 su 10 a fine pena (di questo modo immobile e sterile di intendere la pena) tornino a delinquere.

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