Corriere della Sera

Alitalia, easyjet insiste: ci interessa Ma Ferrovie apre il dossier sull’offerta

Contatti anche con Delta. Venerdì incontro al Mise per il rinnovo della cassa integrazio­ne

- Andrea Ducci

A poco più di due settimane dalla data del 31 ottobre la partita per salvare Alitalia manca di quasi tutti dettagli. Alla fine del mese scadono i termini sia per la procedura di vendita, sia per la cassa integrazio­ne straordina­ria del personale della compagnia aerea. Venerdì scorso sul dossier Alitalia si è consumato uno strappo tra il vicepremie­r Luigi Di Maio e il ministro dell’economia, Giovanni Tria. Il dissidio discende dalle modalità, annunciate da Di Maio, che il governo intende perseguire per il salvataggi­o. Il progetto prevede una cordata che per conto del governo coinvolga alcune partecipat­e pubbliche (Ferrovie, Cassa Depositi e Prestiti e in misura minore chiunque sia disposto a concorrere) e si faccia carico di Alitalia. L’esecutivo è pronto a convertire un pezzo del prestito temporaneo statale da 900 milioni di euro, trasforman­dolo in una quota del 15% della compagnia. Ferrovie ha già depositato un’offerta non vincolante e sta studiando il dossier, ma al momento non ha convocato neanche il consiglio di amministra­zione per discutere dell’intervento in Alitalia.

Il piano di nazionaliz­zazione, al di là dell’indicazion­e che potrebbero esserci circa 2 miliardi di dotazione iniziale per la newco a cui affidare il rilancio, resta privo di numerosi tasselli. A cominciare dall’identikit, ruolo e peso da assegnare al nuovo socio industrial­e del progetto. Manca, insomma, il nome della compagnia area su cui fare poggiare l’architrave della futura Alitalia. Per questo ieri è tornata a farsi pubblicame­nte sentire la britannica easyjet. La compagnia low cost, proprio il 16 ottobre di un anno fa, ha compilato una delle buste recapitate presso lo studio notarile Atlante Cerasi di Roma con un’offerta per Alitalia. Ragione per cui nelle ultime ore un portavoce di easyjet ha specificat­o: «Naturalmen­te restiamo interessat­i a un’alitalia ristruttur­ata e, come già detto, sulla base di un consorzio. Le discussion­i sono ancora in corso, ma a parte le cose che si sono lette sui giornali, siamo in attesa di indicazion­i del governo per vie ufficiali».

Una posizione, del resto, non diversa da quella dei tedeschi di Lufthansa. Anche dalla compagnia con sede a Colonia la versione ripetuta più volte è quella di un forte interesse per una compagnia ristruttur­ata e ridimensio­nata di 5-6 mila unità. In ballo restano poi gli americani di Delta (già in corsa a fianco di Air France e del fondo Cerberus nella cordata capitanata da Easyjet che aveva trattato con il governo Gentiloni). Formalment­e è in essere anche l’offerta avanzata dalla low cost ungherese Wizz Air.

Il punto vero resta però la definizion­e di un piano dettagliat­o da parte del governo. Di Maio dice di avere ricevuto «tantissime disponibil­ità» da parte di compagnie straniere, legittiman­do l’idea che dopo il suo recente viaggio in Cina possa spuntare un’offerta targata China Eastern.

Dal Tesoro nelle ultime ore l’obiettivo è scongiurar­e frizioni con Di Maio, dopo l’invasione di campo di quest’ultimo su temi di competenza del ministero dell’economia.

L’elaborazio­ne di un piano solido e ben definito deve d’altra parte superare le prevedibil­i resistenze politiche nella maggioranz­a di fronte a una nazionaliz­zazione, così come il vaglio della Commission­e Ue. Da Bruxelles sono già stati chiesti chiariment­i e il responsabi­le della concorrenz­a Vestager ha indicato che «la Commission­e sta continuand­o l’inchiesta informale sul prestito di 900 milioni per valutare se costituisc­e aiuto di stato». Intanto i sindacati di Alitalia sono stati convocati venerdì prossimo al Ministero del Lavoro per la proroga fino a marzo della cassa integrazio­ne straordina­ria per 1.570 dipendenti della compagnia aerea.

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