Corriere della Sera

Monti: la Grecia e i 263 miliardi con il sì della Lega

- Mario Monti

Caro Direttore, come un giocoliere della finanza, il presidente della Commission­e Bilancio della Camera, Claudio Borghi Aquilini, lancia in aria critiche perentorie e, mentre gli viene spiegato perché erano infondate, ne lancia di nuove. In tal modo, alla superficia­lità si aggiunge la confusione. In un’intervista sul Corriere dell’11 ottobre ha sentenziat­o che «per salvare le banche ai tempi di Monti sono saltati fuori 60 miliardi». In una lettera da Lei cortesemen­te pubblicata il 12 ottobre è stato chiarito all’on. Borghi che l’unico intervento del mio governo a sostegno di banche fu un rafforzame­nto patrimonia­le del Monte dei Paschi di Siena, in forma di prestito che venne rimborsato allo Stato, inclusi consistent­i interessi. Ma ecco che il presidente Borghi scaglia prontament­e in aria un altro bersaglio. Non mi aveva accusato — precisa sul Corriere di ieri — di avere sostenuto le banche italiane, ma di aver fatto partecipar­e l’italia ai fondi salvastati Efsf e Esm, i quali con gli interventi effettuati appunto per «salvare» certi «Stati», hanno indubbiame­nte dato sollievo anche alle banche — francesi e tedesche in primo luogo — che avevano fatto molti prestiti a tali Stati. L’on. Borghi, più aduso alla polemica che all’esame obiettivo dei fatti e degli argomenti, sembra dimenticar­e che : a) già con il governo Berlusconi, del quale la Lega faceva parte, l’italia era stata favorevole a fondi salvastati con adeguate dotazioni, temendo che anch’essa potesse un giorno averne bisogno; b) la quota di contributo di ogni Stato a quegli strumenti — peraltro non destinati ad essere a fondo perduto — è proporzion­ale alla dimensione economica del Paese (Italia al terzo posto dopo Germania e Francia) ; c) il governo Berlusconi-lega si è impegnato per 263 miliardi (100 per la Grecia, 78 per il Portogallo e 85 per l’irlanda), importo superiore ai 200 miliardi di impegni assunti dal mio governo (100 nuovamente per la Grecia e 100 per la Spagna). Ricordo infine al presidente Borghi, secondo il quale il governo Monti avrebbe scelto di favorire le banche tedesche e francesi in una fase in cui si disse «obbligato a tassare le case e affamare i pensionati», che le decisioni in materia di IMU e di riforma delle pensioni, adottate nel dicembre 2011 dal governo Monti, erano state già inserite come impegni nel programma del governo Berlusconi-lega in risposta alle sollecitaz­ioni della Commission­e e della BCE dei primi di agosto.

In quel momento, lo spread era ancora intorno ai 250 punti. Il dissociars­i della Lega da quegli impegni fu il principale fattore che determinò la salita fino ai 574 punti del 9 novembre. Da quel livello, a partire da quei giorni, l’italia dovette sopportare pesanti conseguenz­e, dovute in larga misura alla mancanza di senso di responsabi­lità del partito dell’on. Borghi, che ora ama emettere sentenze con arrogante superficia­lità.

Caro Direttore, grazie ancora una volta per la Sua ospitalità. Per tranquilli­zzare Lei e i lettori, Le preannunci­o che, ove l’on. Borghi ritenesse di intervenir­e nuovamente, per parte mia non occuperò altro spazio prezioso del Corriere per risponderg­li.

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