Corriere della Sera

I nuovi duetti pop di Bocelli «Mio figlio, voce da educare»

Il giovane Matteo: sono un fan di papà, il cognome non mi pesa

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Laffranchi

Non è FORTE DEI MARMI (LUCCA) da tutti debuttare e in tre settimane avere 16 milioni di visualizza­zioni su Youtube. Se però ti chiami Matteo Bocelli e tuo biglietto da visita è un duetto con tuo padre — anzi il tuo babbo, alla toscana, come lo chiama lui — parti con il piede giusto. Se poi Fall On Me, questo il titolo, diventa anche la colonna sonora del nuovo film Disney, Lo schiaccian­oci e i Quattro regni, il progetto si fa serio. «L’idea del duetto era nell’aria da qualche anno. Questa era la canzone adatta. In studio l’unico consiglio che mi ha dato babbo è stato la naturalezz­a. Sono suo fan da sempre, il mio modo di cantare lirico l’ho preso da lui, nel pop invece mi allontano un po’», racconta Matteo.

Papà, reduce da una cavalcata sulla spiaggia di fronte alla villa di famiglia, annuisce. «Sul suo smartphone ci sono tutti i miei album, ma non li ho caricati io. Sono al di sopra di ogni sospetto... Matteo ha respirato musica da quando è nato, fa il Conservato­rio, ma a casa mia non cantava mai perché si vergognava. Me lo ha detto sua mamma (è figlio del primo matrimonio del tenore, ndr.) e allora ho cercato di capire se aveva gli strumenti

per farlo. Ci sono cose che non si imparano e quelle lui le ha già. Ha una voce potente che ha bisogno di lavoro per essere addomestic­ata, ma ha sincerità e garbo». I figli d’arte sono nel mirino di tutti, critica, pubblico, hater… «Al momento non mi pesa. Anzi. Avere questo cognome ha reso l’inizio più semplice», ammette Matteo. «Io ho avuto un sacco di porte chiuse in faccia, lui no. Deve stare attento a non perdere grinta ed entusiasmo».

Fall On Me è una delle canzoni

di Sì, il nuovo album di Andrea, il primo di inediti dopo 14 anni. Esce in tutto il mondo il 26 ottobre, lo ha prodotto Bob Ezrin (The Wall dei Pink Floyd, Lou Reed…) e ci sono duetti che lo candidano al numero 1 delle classiche mondiali, e chissà che non sia la prima volta di un italiano negli Usa dopo Modugno: Ed Sheeran e Dua Lipa, il soprano russo Aida Garifullin­a, il rappresent­ante del belcanto all’americana Josh Groban e il coro dei bambini di Haiti che il tenore sostiene con la sua fondazione. «E’ un disco pop con legami profondi con la musica classica, da Bach a Massenet. L’unico brano che canto con voce lirica è una nuova Ave Maria senza tempo, il resto è linguaggio pop slegato dalla moda».

Il titolo dell’album lo ha scelto l’altro figlio, Amos (che suona il piano in due brani). «E’ la parola più positiva del vocabolari­o, quella che vorremmo sentirci dire quando vogliamo un bacio, quando chiediamo perdono, ma anche dalla pubblica amministra­zione». Ha compiuto 60 anni. «Non sento la cifra tonda. Forse perché da aprile ho cambiato dieta: basta glutine e carne solo da animali che alleviamo, maiali e galline, e un po’ di pesce». Bocelli è un ambasciato­re dell’italia, all’estero vorranno capire cosa sta accadendo nella politica italiana.

«Che guardino a quello che succede nei loro Paesi. Sono orgoglioso di essere italiano e non in imbarazzo. Non credo usciremo dall’euro, come non credo che ci sarà una vera Brexit: nessuno se lo può permettere. Indietro non si va. E’ da quando sono piccolo che sento parlare di catastrofe, ma mi sembra si mangi meglio, le auto siano più belle e che non si fumi più nei locali».

Dieta

Il tenore: «Non sento la cifra tonda dei sessant’anni. Ho solo cambiato dieta»

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Sorrisi Matteo Bocelli, 21 anni, sorride al papà Andrea, 60: è il figlio del primo matrimonio del tenore e ama da sempre il canto

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