Corriere della Sera

Tutti gli uomini (e le donne) del presidente

Mattarella a tutto campo Dai vivai alle discrimina­zioni all’augurio al suo successore «Spero vinca il Mondiale»

- Luca Valdiserri

La celebrazio­ne I 120 anni della Federazion­e: azzurri e azzurre al Quirinale

ROMA Un presidente (della Repubblica) a tutto campo. Sergio Mattarella accoglie al Quirinale la Nazionale di Roberto Mancini che ha appena battuto la Polonia, una rappresent­anza dei campioni del mondo del 1982 e del 2006, di quelli d’europa nel 1968, più la Nazionale femminile che si è qualificat­a per i prossimi Mondiali (Francia 2019, ndr) e i capitani delle rappresent­ative di calcio a 5 e di beach soccer, per celebrare i 120 anni della Federcalci­o. Molte di queste occasioni si trasforman­o in una passerella farcita di banalità ma il presidente della Repubblica, per usare un modo di dire calcistico, non ha certo fatto zero a zero.

Primo monito ai club, perché mantengano sempre i rapporti con le loro tifoserie in maniera «sana» e senza pericolosi addentella­ti. Un tema di grande attualità, come dimostrato dall’inchiesta di Report su alcuni ultrà della Juventus in una storia con troppi misteri che, purtroppo per il calcio italiano, può capitare in molte situazioni: «Le società devono maturare un rapporto adeguato con le tifoserie: dovete trasferire entusiasmo, perché il calcio non deve mai comprender­e aspetti legati all’ordine pubblico. Il calcio è un simbolo nazionale ma questo comporta anche una responsabi­lità». Concetto ribadito anche dal capitano azzurro Giorgio Chiellini e da Dino Zoff, che era il capitano della Nazionale Mundial 1982.

Secondo monito a chi pensa il calcio soltanto come un affare economico: «I vivai non devono essere àmbiti per guadagni futuri, ma luoghi dove emergono giovani talenti. Ci vuole un giusto equilibrio tra interessi economici e sport: i primi non devono prevalere, è lo sport che deve rimanere prevalente».

Terzo monito a chi persevera nelle discrimina­zioni, siano esse di razza o di genere: «Faccio i miei compliment­i alle ragazze della Nazionale femminile per aver conquistat­o la qualificaz­ione ai prossimi Mondiali. È stato un grande successo e noi dobbiamo ringraziar­e lo sport femminile. Voi ragazze avete sopportato grandi sacrifici ma soprattutt­o avete superato le sottovalut­azioni, che adesso sono scomparse».

Mattarella ha anche ascoltato con attenzione il discorso del presidente della Uefa, lo sloveno Aleksandar Ceferin: «Dicono che in Italia il calcio sia una religione ma per me è la più bella delle storie d’amo-

re, un amore che dura da 120 anni. L’italia, però, adesso deve investire in stadi moderni, perché altrimenti le sfuggirà il cambiament­o decisivo. Lo stadio nuovo non è una spesa, ma un investimen­to». Mattarella ha preso subito la palla al balzo: «È una buona raccomanda­zione. Stadi nuovi vogliono dire efficienza e sicurezza».

L’ultimo colpo, però, è da tifoso: «Mi auguro che il mio successore, nel 2022, possa avere la stessa opportunit­à del presidente Pertini nel 1982 e del presidente Napolitano nel 2006: credo sia possibile, a giudicare dall’ottimo calcio mostrato dalla Nazionale contro la Polonia». Roberto Mancini ha accettato la sfida: «Anche noi lo speriamo, ma Qatar 2022 è lontano».

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 ??  ?? Foto di gruppo Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella tra gli azzurri di oggi e di ieri e le ragazze della Nazionale femminile in visita al Qurinale in occasione dei 120 anni delle Federcalci­o (Getty Images)
Foto di gruppo Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella tra gli azzurri di oggi e di ieri e le ragazze della Nazionale femminile in visita al Qurinale in occasione dei 120 anni delle Federcalci­o (Getty Images)

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