Corriere della Sera

La signora è in cucina

- di Massimo Gramellini

Dopo che il rettore della Normale di Pisa aveva denunciato l’impossibil­ità di promuovere le professore­sse, anche un sottosegre­tario del governo della Revolución ha inteso portare il suo contributo alle discussion­i sulla parità. Intervenen­do a «Omnibus», il leghista Massimo Bitonci ha zittito così la forzista Lara Comi, che lo incalzava sull’alta Velocità: «Se vuoi fare la conduttric­e, chiedi a La7 che ti diano una trasmissio­ne di cucina». Se avesse detto «cucito», non avrebbe avuto problemi e anche gli amici illuminati del Bitonci — il sultano delle Ottanta Sottane e Fred di «Wilma, dammi la clava» — avrebbero sostenuto calorosame­nte l’iniziativa. Purtroppo Bitonci ha detto «cucina». E, per una sfortunata coincidenz­a, la conduttric­e del più famoso programma di cucina è la compagna del capo, Elisa Isoardi, che non avrà gioito nel vedere il proprio lavoro ridotto a sfregio sessista.

Bitonci va capito. Il suo è stato un riflesso condiziona­to. Nel nuovo catasto del Popolo la cucina sarà adibita a gineceo, affinché le bambine vi imparino a cuocere le torte, invece di continuare a perdere tempo sui libri, ché poi si sa dove si va a finire: in tv, a fare domande scomode ai maschi alfa come Bitonci. Ma temo che una simile giustifica­zione non basterà. Salvini ieri era a Mosca e potrebbe invitare Bitonci a raggiunger­lo per chiariment­i. Non ci vada, onorevole. Da Mosca alla Siberia il passo è breve. E nella tundra i programmi di cucina sono condotti in prevalenza da orsi.

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