Corriere della Sera

Caos tra i 5 Stelle, l’affondo di Fico Il capo prova a frenare: niente crisi

Malumori anti leghisti. La telefonata di Grillo a Di Maio. E c’è chi accusa un tecnico di Tria

- Di Alessandro Trocino Roberto Fico presidente della Camera Tommaso Labate

ROMA Per il deputato Davide Tripiedi, non è possibile che Luigi Di Maio abbia portato «una porcheria del genere in consiglio dei ministri» perché «ha una profonda bontà d’animo». Non essendo verificabi­li le qualità morali del vicepremie­r, restano diverse cose da chiarire nella crisi che ha investito il governo, portando Di Maio a denunciare il sabotaggio nella terza Camera di Porta a Porta.

Non tutti, dentro il Movimento, condividon­o la versione buonista di Tripiedi e si chiedono se non ci sia stata un’omissione di controllo. Ed è già partita la caccia al colpevole. Ma tra i maggiorent­i, nella consueta ricerca di un capro espiatorio, si punta il dito soprattutt­o fuori, in tre direzioni diverse e convergent­i: contro l’ennesimo tecnico sabotatore del ministero, Glauco Zaccardi; contro la «distrazion­e» del ministro Giovanni Tria; e contro le divisioni leghiste, con Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia che «spadronegg­iano all’insaputa di Salvini». Nel frattempo Roberto Fico attacca, durissimo: «Il condono non è nel contratto. Comunque il Movimento non capirebbe. E farebbe bene a non capire: è giusto chiedere un chiariment­o politico, che è urgente». Chiariment­o sì, ma tenendo in piedi la baracca, fa sapere ai suoi Luigi Di Maio: «Non si farà certo una crisi di governo per un condono».

Non si farà, forse, ma l’allarme sarebbe scattato dall’alto. Anzi, dall’altissimo, perché a innescare la reazione furibonda di Di Maio, con annunci tv di denunce (poi non fatte), sarebbe stato Beppe Grillo in persona, con una telefonata preoccupat­a al vicepremie­r. Legittime preoccupaz­ioni, anche perché il gruppo parlamenta­re è in agitazione e perché si avvicina un appuntamen­to clou per il Movimento, ovvero la grande manifestaz­ione del Circo Massimo di sabato e domenica. Come si può pensare di presentars­i di fronte alla base con un condono appena ingoiato? Non si può, infatti.

La ricostruzi­one del Movimento comincia dalla fine del consiglio dei ministri. In quella sede sarebbe arrivato un documento non dettagliat­o, una sorta di bozza ancora generica. Passata poi agli uffici per la stesura definitiva. È qui che si colloca il passaggio chiave. A stendere materialme­nte il decreto, è il capo del legislativ­o del Mef, Glauco Zaccardi. Dopo Roberto Garofoli, capo di gabinetto del Mef, e il ragioniere dello Stato Daniele Franco,

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Il condono non è nel contratto Comunque il Movimento non capirebbe e farebbe bene a non capire È giusto chiedere un chiariment­o politico, che è urgente

Test d’accesso Nel comunicato di Palazzo Chigi dopo il Consiglio del 15 ottobre che ha varato decreto fiscale e manovra c’è l’abolizione del test d’accesso a Medicina. Bussetti, ministro leghista dell’istruzione, non ne sa niente e il governo precisa: «Non subito»

sta decisament­e superando il numero del consentito, anche per un dilettante.

I Cinquestel­le giurano che, in merito alla ricostruzi­one del Ponte Morandi, «Autostrade non toccherà una pietra»? Spunta un emendament­o che rimette in gioco la società. E che dire del decreto su Genova, annunciato, poi approvato, poi scomparso, riapparso, riscompars­o e poi definitiva­mente apparso, con un commissari­o straordina­rio da nominare in poche ore, poi in pochi giorni, quindi in poche settimane e alla fine in più di un mese? Un film simile s’era visto — trasforman­do il triangolo Palazzo Chigi-ministero della Salute-parlamento in una specie di Triangolo delle Bermude — col provvedime­nto sui vaccini a scuola, con «discrezion­alità» e «obbligator­ietà» del vaccino che per giorni si alternano come le targhe pari e dispari nei giorni delle ordinanze antismog, e il ministro Giulia Grillo a barcamenar­si tra la sua laurea in medicina, gli elettori no vax e il contratto di governo. E quando il dilettanti­smo supera la sfera dell’immaginabi­le ecco che si materializ­za l’abolizione del numero chiuso per la Facoltà di Medicina. A Palazzo Chigi lo annunciano, al ministro dell’istruzione «non risulta», a Palazzo Chigi sbianchett­ano. Il numero chiuso per ora rimane, domani però forse lo aboliscono, o forse no. Una montagna in grado di ridurre al rango di topolino le mancate promesse dell’alleato di governo, come quelle accise sulla benzina che Salvini diceva di voler togliere al primo consiglio dei ministri utile.

Certo, a parziale, parzialiss­ima giustifica­zione di cotante sviste si può sempre, come ha fatto Di Maio, ricorrere alla teoria della «manina» che cambia il compito subito dopo la consegna. E il pensiero corre a quel personaggi­o di Verdone in Un Sacco Bello, che nel raccontare al compagno di viaggio le sue gesta da latin lover durante un concerto dei Genesis gli diceva che «a un certo punto mi sento avanzare come una mano». «E cos’è era?», domandava l’altro. «Una mano era».

 ??  ?? Le norme e le «manine» Il dl dignitàA metà luglio il ministro Di Maio accusa i tecnici del Tesoro e della Ragioneria dello Stato: «Una “manina” ha inserito nella notte gli 8.000 posti di lavoro in meno nella relazione tecnica inviata al Quirinale con il decreto dignità»
Le norme e le «manine» Il dl dignitàA metà luglio il ministro Di Maio accusa i tecnici del Tesoro e della Ragioneria dello Stato: «Una “manina” ha inserito nella notte gli 8.000 posti di lavoro in meno nella relazione tecnica inviata al Quirinale con il decreto dignità»
 ??  ?? La Croce RossaIl 14 ottobre nel preconsigl­io dei ministri che discute il decreto fiscale Conte scopre uno stanziamen­to che muove 84 milioni di euro in 3 anni per la gestione commissari­ale della Cri: norma scritta dal Mef, ammette poi il capo di Gabinetto di Tria
La Croce RossaIl 14 ottobre nel preconsigl­io dei ministri che discute il decreto fiscale Conte scopre uno stanziamen­to che muove 84 milioni di euro in 3 anni per la gestione commissari­ale della Cri: norma scritta dal Mef, ammette poi il capo di Gabinetto di Tria
 ??  ?? Il sisma di Ischia Nel decreto per Genova c’è una sanatoria per le case abusive costruite a Ischia negli anni 80, che ottengono anche il rimborso per la ricostruzi­one seguita al sisma del 2017. La norma, inserita dai 5 Stelle, non piace a Salvini
Il sisma di Ischia Nel decreto per Genova c’è una sanatoria per le case abusive costruite a Ischia negli anni 80, che ottengono anche il rimborso per la ricostruzi­one seguita al sisma del 2017. La norma, inserita dai 5 Stelle, non piace a Salvini

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