Quell’ultimatum di Bruxelles Tria pronto a resistere, cerca di guadagnare tempo
Il tentativo di rinviare il giudizio finale a primavera
ROMA Guadagnare tempo per arrivare a primavera. Cercando di placare gli animi bellicosi di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini. E sperando che anche a Bruxelles, al di là delle solite parole di disponibilità e di collaborazione, si decidano ad abbassare i toni dello scontro. Giovanni Tria si appresta a rispondere alla lettera di messa in mora della Commissione Ue senza fare alcuna concessione, sapendo comunque che lo aspettano giorni difficilissimi.
Intanto ci sarà da fronteggiare una possibile nuova reazione negativa dei mercati, e forse questa oggi è la principale preoccupazione che si vive nei corridoi del Tesoro. L’esecutivo di Jean Claude Juncker sembra intenzionato a sbrigare la pratica italiana in tempi rapidissimi. A Bruxelles attendono la risposta del ministro italiano entro lunedì a mezzogiorno. Juncker e i commissari sarebbero decisi a esaminare il caso Italia direttamente il giorno dopo, nella riunione del collegio in programma martedì a Strasburgo. Anche perché poi c’è un periodo di vacanza.
E la lettera di bocciatura che la Commissione invierà a Roma, se Tria come tutto lascia credere confermerà la posizione del governo, potrebbe essere pubblicata già mercoledì. Una escalation di tensione che non promette nulla di buono per quanto riguarda la reazione dei mercati, che sono tornati parecchio nervosi ormai da qualche giorno (lo spread ieri ha toccato quota 327 punti base).
La Commissione potrebbe dunque chiedere al governo già la prossima settimana di sottomettere a Bruxelles un nuovo progetto di bilancio per il 2019. E qui si aprirà la fase più delicata della partita per il ministro dell’economia: mantenere in piedi il dialogo con Bruxelles nonostante i più che prevedibili strali che arriveranno sulla commissione dalla compagine di maggioranza e dagli stessi esponenti dell’esecutivo.
Al Tesoro sono convinti che il governo abbia delle buone ragioni da far valere per giustificare la sua scelta e pensano che il tempo sia il loro migliore alleato. Tria farà di tutto, dunque, per convincere la Commissione a spostare più in là possibile il momento del giudizio finale, puntando ad arrivare alla primavera prossima.
Per centrare l’obiettivo, però, occorre lavorare di fino, evitando scontri frontali plateali, che innervosirebbero oltremodo una Commissione europea politicamente debole e ormai in procinto di lasciare, quindi senza più molto da perdere. Una fase in cui Tria conta molto sull’appoggio del ministro degli Esteri, Enzo Moavero, un veterano di Bruxelles, che sa benissimo quando è il caso di tirare un po’ la corda e quando tirare i remi in barca.
Nella lettera che invierà a Bruxelles lunedì Tria ribadirà così le ragioni di una legge di bilancio espansiva, la necessità di rilanciare la crescita dell’economia e puntare alla riduzione del debito attraverso questa strada, e non con la manovra restrittiva che la Ue continua a sollecitare, anche nella lettera inviata ieri a Roma. E chiederà alla Ue di prendere le gravi decisioni che minaccia di prendere con grande ponderatezza.
La stroncatura del bilancio a metà autunno sarebbe estremamente rischiosa, con i mercati in agguato. E con le agenzie di rating che tra poche settimane rivedranno i voti sulla sostenibilità della finanza pubblica italiana, già scesi ad un livello bassissimo. Un ulteriore e pronunciato declassamento dei nostri titoli pubblici rischia di fargli perdere anche il grado di investimento, per ridurlo a quello di titoli-spazzatura. che neanche la Banca centrale europea potrebbe più acquistare nelle sue operazioni.