Rc auto, con la tariffa equa possibili rincari del 40%
Già dalle poche righe dedicate al provvedimento si poteva pensare che la Rc auto sarebbe stata terreno di “confronto” politico nella maggioranza. Perché l’obiettivo indicato nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 15 ottobre è «realizzare una Rc auto equa». Che può significare ridurre le tariffe nelle zone più rischiose, principalmente ma non in modo esclusivo situate al Sud. Passo probabilmente accompagnato (se non dal governo, dal mercato) da un aumento in quelle «virtuose», gran parte delle quali al Nord. Nonostante nella nota si parli di equità «con canoni differenziati rispetto al territorio», è circolata subito l’ipotesi di una «tariffa unica». Che potrebbe significare, secondo le simulazioni di alcune compagnie di assicurazioni, cali fino al 65-66% dei premi in province come Napoli o del 60% a Caserta. E aumenti fino al 30 e 40% come a Udine e Bolzano. Certo è che l’adozione di una linea dirigista nella tariffazione potrebbe trovare ostacoli: dal 1994 l’europa ha liberalizzato il mercato assicurativo, Rc auto compresa, e le tariffe non sono più controllate dalle autorità bensì fissate dalle compagnie. Anche per questa ragione si è fatta strada un’altra ipotesi: il governo potrebbe perseguire equità attenuando le differenze tariffarie territoriali attraverso, per esempio, gli sconti applicati e a chi viaggia con la scatola nera, obbligatori ma definiti dalle compagnie. Potrebbero dunque essere più ampi nelle zone a maggior tasso di rischiosità. Anche in questo caso diventerebbe probabile un «ribilanciamento» con sconti minori al Nord che, se non indirizzato dall’esecutivo, verrebbe perseguito dal mercato. Oggi le scatole nere sono 6,3 milioni su un parco circolante totale pari a 44 milioni di veicoli, 33 milioni dei quali auto. Si può renderle obbligatorie? Peraltro l’italia ne ha il primato assoluto. Lo si è pensato in un passato anche recente ma alla fine l’ipotesi è rimasta nel cassetto.