Le mamme in allarme: portiamo i nostri figli fuori città
Le famiglie dei quartieri vicini al magazzino preoccupate per i bambini. Alunni in classe all’intervallo
«Sarà sicuro portarli all’allenamento di calcio?». «La festa della scuola, non è meglio rimandarla?». La preoccupazione delle mamme si misura dalla quantità di messaggini scambiati freneticamente nelle chat. Alla Bovisasca, quartiere a Nord di Milano dove domenica è scoppiato un incendio in un deposito di rifiuti, chi ha potuto ha fatto le valigie e se n’è andato. Dove? Il più lontano possibile dal fumo che rende l’aria irrespirabile. Troppa la paura per i bambini. «Mi sto organizzando in ufficio» racconta Tiziana Capone, 47 anni e un bimbo di 17 mesi che frequenta l’asilo nido in via Carlo Perini, I quartieri
● Nel Milanese, dopo il grave incendio avvenuto domenica scorsa, sempre più cittadini avvertono cattivi odori
● In città i quartieri più vicini al rogo sono quelli della Bovisasca, Villapizzone e Quarto Oggiaro a poco più di un chilometro dal deposito mangiato dalle fiamme. «Ettore, mio figlio, è sottoposto 24 ore al giorno a questi gas. Già l’inverno scorso ha avuto la bronchite, sono preoccupata come tanti altri genitori».
L’obiettivo è incastrate i vari impegni in modo da «rimanere fino al weekend dai miei suoceri a Torino. Non è facile. Prendere ferie adesso vuole dire non averle più a Natale o quando Ettore si ammala». Eppure l’aria alla Bovisasca non lascia dubbi. «So di altri che sono andati via». È il caso di Irene Marzona e della piccola Adele, 10 mesi, fuggita in Friuli perché aveva l’appartamento invaso dall’odore acre di plastica bruciata. Le precauzioni raddoppiano in casi particolari. «A una mia amica incinta la ginecologa ha consigliato di lasciare il quartiere finché la situazione non cambia — confessa Tiziana —. Ma non tutti possono permettersi questo lusso».
Villapizzone, qualche chilometro più a Sud della Bovisasca. Anche qui ci si interroga su come mettere al sicuro i più piccoli. «Mi sono informata sul sito del Comune e su quello di Arpa, l’agenzia per la protezione dell’ambiente — racconta Giulia Acquaviva, mamma di Miriam, Malik e Michele, 4, 9 e 12 anni — e seguo le indicazioni. Evito le attività all’aperto, ad esempio. A scuola durante l’intervallo le insegnanti non fanno uscire i ragazzi in cortile». Non subito però sono stati dati suggerimenti chiari. «Lunedì Michele è andato lo stesso all’allenamento di calcio, dal giorno dopo è stato sospeso. E non so se domenica giocheranno la partita». Tutto da decidere anche per la castagnata della scuola. «Si potrà fare? E se non viene nessuno?». Anche all’oratorio della Bovisasca le attività sportive, al momento, sono rimandate. In attesa che l’aria torni respirabile.