Da Tina Turner a Omero, su io Donna storie di passioni
Domani sul femminile del «Corriere» la biografia della popstar. E il lavoro più facile per chi ama le Lettere
Èuna Elisa nuova, segreta, sorprendente, quella che si presenta con Diari aperti, il suo decimo album (il secondo in italiano). Anzitutto perché si è ispirata a Toto Cotugno, sì, proprio lui: «Mi sono detta: voglio lasciare da parte influenze anglosassoni e americane e andare in fondo all’italianità». Parole sue, quelle che ha confidato ad Anna Maria Speroni che l’ha intervistata per la cover di io Donna, il settimanale femminile in edicola domani con il Corriere della Sera. Un album con il quale la 40enne cantautrice monfalconese (e già 20 anni di carriera alle spalle) ha deciso di raccontarsi fino in fondo: «Tengo diari da quando sono bambina. Sono stata sempre affascinata dallo scrivere, dal “caro diario”, e quindi ne ho tantissimi. E così è nato un lavoro sincero, più pensieri che musica».
Di diario in diario: io Donna svela in anteprima anche quello di una delle icone pop più «graffianti» dei nostri tempi, Tina Turner, 78 anni. Nella sua autobiografia My Love Story (Harpercollins), in libreria il 31 ottobre, racconta le sue due vite: la prima imprigionata in un matrimonio senza amore, pieno di vuoti, botte e sudditanza psicologica («Una volta lui mi mandò dallo psicologo, io raccontai tutto e alla fine quest’ultimo mi disse: “Credo che la persona che devo vedere sia suo marito”»); e la seconda, quella della rinascita, della passione matura con il nuovo marito Erwin Bach, come spiega Paola Piacenza nella lettura della «love story con la vita» di questa artista. In mezzo tanta musica, compagni di lavoro come David Bowie, Elton John, Mick Jagger (al quale insegnò a ballare) e Jackie Onassis.
Tutto nel segno della passione, il motore che muove il mondo e collega con un filo rosso le storie di personaggi famosi (e non) che «popolano» le pagine di questo numero. In genere si spingono i giovani verso le lauree scientifiche: e chi ha una passione umanista? È condannato alla disoccupazione? No perché, a sentire i cacciatori di teste interpellati da io Donna, il sapere letterario sarà sempre più il ponte tra gli esseri umani e le macchine. Oltre alla tecnica, il mercato richiede competenze trasversali come capacità di logica e flessibilità mentale. Tirino pure un sospiro di sollievo, quindi, i giovani che studiano Catullo e Omero, Kant e Adorno, anche perché gli atenei stanno cominciando ad abbattere le barriere tra i saperi. In fondo basta aggiungere alla passione un’altra parola magica: connessione.