Corriere della Sera

Un muro alla Cina per fare sogni d’oro

La semifinale mondiale passa dalle mani della Danesi

- Eleonora Cozzari

Nessuno sogna di arrivare quarto. Tantomeno se ha vent’anni. E mentre l’italia va in ufficio, assonnata e distratta, 14 donne dall’altra parte del mondo vogliono fare la storia. Alle ore 9.10 la Nazionale femminile scende in campo contro la Cina campioness­a olimpica per la semifinale del Mondiale 2018. L’altra se la sono contesa Olanda e Serbia all’alba. Da tre settimane, queste stupefacen­ti atlete sono in Giappone ognuna col suo personale bagaglio. Ma non hanno mai pensato, neppure quando l’italia non era lontanamen­te tra le favorite, che arrivare in semifinale sarebbe bastato. Dopo lo splendido cammino — 10 successi e 1 sola sconfitta — le ragazze di Davide Mazzanti sono alla resa dei conti: vincere significa assicurars­i una medaglia. L’ultima risale alla Coppa del Mondo 2011. C’erano Gioli, Del Core e Lo Bianco. Un’altra vita.

Negli ultimi anni la formazione asiatica, n. 1 indiscussa del ranking internazio­nale, ha ottenuto una serie di risultati impression­anti: argento al Mondiale 2014, vittoria della World Cup 2015, oro ai Giochi di Rio 2016 e primo posto alla Grand Champions Cup 2017. E raramente ha sbagliato le partite che contano. Le azzurre, però, hanno dalla loro una striscia di cinque vittorie consecutiv­e contro la Cina, iniziata nel 2017, quando Davide Mazzanti si è seduto sulla panchina azzurra. Determinan­te sarà la prestazion­e a muro. Anna Danesi, classe 1996 da Brescia, guida la classifica del Mondiale proprio in questo fondamenta­le. Lei che si è presa una maglia da titolare solo in estate, dopo che Raphaela Folie ha saltato la stagione a causa di un brutto infortunio. «Non so quanto quello che è successo sia stato decisivo nel promuoverm­i, ma sono felice di avere oggi la mia occasione. Posso dare tanto a muro, ma anche in attacco, merito di Conegliano». Dove quest’anno ha vinto lo scudetto proprio giocando al posto di Folie.

Anna è un unicum. Non solo vorrebbe diventare un’insegnante di educazione fisica, ma è una ragazza atipica. «Ascolto poco la musica e non guardo serie tv. Sono piuttosto timida e a volte anche noiosa». È passata in tutte e tre le realtà giovanili più importanti d’italia: il Club Italia, Orago e il Volleyrò. «La mia carriera è partita a Orago. Mi allenava Giuseppe Bosetti, il papà di Lucia, che si sa non ha certo un carattere facile. Ma se mi aveva voluta chi vinceva scudetti a ripetizion­e, mi dicevo, non dovevo mollare. Con me c’era Miriam Sylla. Era uno spasso, proprio come adesso». Poi Anna è andata a Roma e lo scudetto l’ha fatto vincere anche al Volleyrò. «Ma non ero ancora pronta per l’a1: vado a Milano, al Club Italia. Lì c’erano Egonu e Malinov». Bonitta la convoca per le qualificaz­ioni olimpiche e, a Giochi ottenuti, la mette sul volo per Rio. A 20 anni. «A Tokyo 2020 voglio chiudere il cerchio. Adesso però in testa ho solo la finale del Mondiale. La vogliamo troppo, tutte».

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(Ap) Decisiva Anna Danesi, 22 anni, centrale di Conegliano; come Egonu e Malinov esce dal Club Italia

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