Corriere della Sera

Il monarca Hamilton corre nel mito La quinta corona tra eccessi e selfie

Domenica può vincere il titolo e raggiunger­e Fangio: «Una gara come un’altra»

- Daniele Sparisci

Quando si è visto sul maxischerm­o di Times Square in una gigantogra­fia, rappresent­ato in tutta la sua grandezza, Lewis Hamilton non ha resistito. Si è ripreso con lo smartphone e ha detto: «Ehi mamma lo vedi quello là? Sono io». Come un turista stregato dalle mille luci di Manhattan. Forse neanche lui, nonostante l’ego enorme e le ambizioni smisurate, si aspettava un cammino del genere. Spesso ricorda di quando a scuola, in Inghilterr­a, gli insegnanti gli dicevano che non avrebbe combinato nulla.

Si sbagliavan­o, come si erano sbagliati in tanti quando dicevano che il suo regno non sarebbe durato a lungo dopo il primo Mondiale vinto nel 2008. E invece a 33 anni il britannico più veloce del mondo è sempre più monarca assoluto ed è consapevol­e di essere sempre più vicino alle leggende. Ai Senna, agli Schumacher, ai Michael Jordan e ai Roger Federer. Il suo percorso di avviciname­nto a Austin è una passerella spensierat­a: relax e mondanità a Los Angeles per far visita agli amati bull-dog, Roscoe e Coco, alloggiati in una pensione «a cinque stelle».

Talmente sicuro di sé Lewis da trasgredir­e al protocollo per farsi un selfie con la «concorrenz­a», appoggiato sul cofano bianco de «Laferrari d

Il britannico Perché ho difeso Vettel dopo il Giappone? Perché lui avrebbe fatto lo stesso con me Aperta» davanti al 92010 di Beverly Hills, il celebre indirizzo del telefilm. In Germania i papaveri della Mercedes non l’avranno presa bene, ma pazienza. Hanno imparato a perdonarlo, a convivere con i suoi eccessi e hanno capito che lasciandol­o libero si esprime al massimo. A cominciare da Toto Wolff che lo ha seguito a New York per parlare di spirito di squadra e mentalità vincente agli squali di Wall Street.

Al «Professor» Lewis manca solo l’ultimo esame per tuffarsi nella storia ed eguagliare Juan Manuel Fangio a quota 5 titoli, ed è una formalità. Gli servono 8 punti in più di Sebastian Vettel e ha 4 gare a disposizio­ne per concretizz­are i match point. Domenica punterà al massimo, anche se il massimo stavolta potrebbe non essere sufficient­e: con un secondo posto del ferrarista infatti dovrebbe rimandare la festa. «Non ho sensazioni particolar­i, è un weekend come gli altri. Come sempre vogliamo vincere» è stato il misurato approccio di Lewis al Gp della possibile quinta corona. Controllat­o a parole, eccentrico nel look con tuta nera e catarifran­genti arancioni in fondo, in tinta con le scarpe. In Texas corre nel giardino di casa: ha piazzato 4 successi di fila nelle ultime 4 edizioni, cinque nelle ultime 6, vince da sempre. Da quando il Gp degli Usa si è trasferito a Austin (lui vanta anche una vittoria a Indianapol­is nel 2007) l’unico in grado di fermarlo è stato proprio Vettel nel 2013. Il tedesco, che Lewis dopo il Gp del Giappone aveva difeso («Lui avrebbe fatto lo stesso con me»), ha un bisogno disperato di tornare davanti per ritrovare fiducia e chiudere con onore un campionato che lui stesso ha buttato commettend­o gravi errori. Da Maranello è arrivato un ultimo aggiorname­nto aerodinami­co, basterà? Sarebbe un’iniezione di orgoglio per Seb e la Ferrari, per pensare al domani con meno agitazione.

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(Afp) Eccentrico Lewis Hamilton, 33 anni, passeggia nel paddock di Austin dove domenica può vincere il suo quinto titolo

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