Corriere della Sera

Wanda Ferragamo Al lavoro fino alla fine

Wanda è scomparsa a 96 anni nella sua villa di Fiesole: moglie dell’uomo che creò scarpe per le star di Hollywood

- Di Paola Pollo e Maria Silvia Sacchi alle pagine

Eadesso è lassù. Vicina al suo Salvatore e alle loro due figlie Fiamma e Fulvia. E anche a Dio, essendo sempre stata fortemente religiosa. Sarà più serena. Perché la vita non ha risparmiat­o niente a Wanda Ferragamo, una delle figure più importanti della moda italiana. Una di quelle figure vere. Wanda — così sempliceme­nte si firmava — è morta ieri a quasi 97 anni nella villa di Fiesole dove era entrata, come fosse un film, neanche ventenne neo sposa di Salvatore, l’uomo che calzava le star di Hollywood, ma di cui era rimasta vedova a soli 38 anni e con sei figli da tirare su.

Non si era persa d’animo — non era nel suo carattere arrendersi — e ha perseguito senza fermarsi «il sogno di Salvatore», fare della Ferragamo uno dei marchi del lusso più apprezzati al mondo. Così è stato. E guai a dirle che l’artefice dell’affermazio­ne della casa di moda, che oggi fattura più di 1,3 miliardi ed è quotata in Borsa, era stata lei: il merito era, sempre, di Salvatore.

Nata a Bonito, piccolo paese dell’irpinia, l’antivigili­a di Natale del 1921, Wanda era l’ultima dei sei figli di Giovanna e Fulvio Miletti. Famiglia benestante sia da parte di madre che di padre, medico condotto del paese. Molte cronache hanno raccontato l’incontro con Salvatore, 24 anni più di lei, il ciabattino emigrato dall’irpinia negli Stati Uniti dove diventa famosissim­o per le sue calzature all’avanguardi­a che fanno impazzire attrici e principess­e. Lei che gli dice di aver letto di lui sulle riviste di moda, lui che le chiede di vederle il piede per confeziona­rle un paio di scarpe, lei che lo mostra e sulla calza di seta c’è... un piccolo buco.

Il matrimonio a Napoli sotto le bombe, i grandi viaggi in piroscafo verso l’america, la frequentaz­ione con lo scintillan­te mondo di Hollywood. Poi la vita che cambia con la morte di Salvatore. Ed è qui che si vede fino in fondo la personalit­à di Wanda Ferragamo. La ricca mamma borghese si tira su le maniche e con l’aiuto di Fiamma, la primogenit­a appena diciottenn­e, e poi via via anche di Giovanna e di Ferruccio e di Fulvia, di Leonardo e di Massimo, i sei figli avuti da Salvatore, fa crescere l’azienda di cui ora era presidente onoraria.

Che ce l’avrebbe fatta non ci avrebbe scommesso nessuno; anzi, ci fu chi le propose subito di vendere. Invece, riesce a mantenere i rapporti con i grandi distributo­ri americani, allarga la gamma dei prodotti, affina il servizio alla clientela andando sempre più per il mondo — lei che detestava l’aereo — dove voleva i negozi nelle vie più belle. Senza mai eccedere nelle spese perché per Wanda Ferragamo era fondamenta­le che la società fosse solida.

Ieri accanto a lei c’erano Giovanna, Ferruccio, Leonardo e Massimo. Da madre Wanda Ferragamo aveva affrontato il dolore più grande, perdere un figlio, prima Fiamma e pochi mesi fa Fulvia. Da sempre aveva il suo ufficio a Palazzo Spini Feroni, pieno centro di Firenze, dove si è recata fino a pochi giorni fa e dove conservava tutti i suoi ricordi... le lettere di Salvatore, gli studi sull’anatomia del piede di Salvatore, i premi di Salvatore; ma anche i suoi di premi, anche se più defilati, come l’ordine al merito della Repubblica Italiana, con il titolo di Cavaliere di Gran Croce del presidente della Repubblica. O la boccetta del primo profumo Ferragamo e anche il primo di Dior donatole da un Dior all’inizio della carriera. Le foto dei figli, dei nipoti e dei pronipoti. Le immagini dei tanti incontri importanti.

Fortissimo il rapporto con l’azienda e i suoi dipendenti. E ai dipendenti nel mondo ieri i figli si sono rivolti per condivider­e «il ricordo della sua straordina­ria persona. I suoi preziosi insegnamen­ti e la sua memoria saranno per tutti

Una vita per il lavoro Alla morte del marito, nel 1960, le proposero subito di vendere ma lei non cedette mai

noi un esempio di rettitudin­e e di grande passione per la vita». Di tenacia e visione «di una donna unica» ha parlato il sindaco di Firenze, Nardella. «Perdiamo una donna generosa e una grande imprenditr­ice», ha detto l’ex premier ed ex sindaco di Firenze Matteo Renzi, molto legato alla signora Ferragamo.

Perché Wanda amava davvero la vita. E amava i colori. Come quelli degli abiti, che voleva sempre accesi. O dei fiori del grande giardino della villa di cui andava orgogliosa, le rose, le azalee, le camelie che le avevano fatto vincere premi. Più di tutto amava la Ferragamo e i Ferragamo, che ha sempre voluto testardame­nte fossero uniti. Oggi i funerali in forma privata.

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 ??  ?? 1 Da sinistra Ferruccio Ferragamo, il fratello Leonardo, Wanda Ferragamo, la figlia Giovanna, il nipote Diego di Sangiulian­o (figlio di Fiamma, scomparsa nel ‘98), gli altri figli Fulvia e Massimo (Imagoecono­mica) 2 Wanda Ferragamo a Palazzo Feroni a Firenze (Massimo Sestini) 3 L’attrice Audrey
1 Da sinistra Ferruccio Ferragamo, il fratello Leonardo, Wanda Ferragamo, la figlia Giovanna, il nipote Diego di Sangiulian­o (figlio di Fiamma, scomparsa nel ‘98), gli altri figli Fulvia e Massimo (Imagoecono­mica) 2 Wanda Ferragamo a Palazzo Feroni a Firenze (Massimo Sestini) 3 L’attrice Audrey
 ??  ?? Hepburn tra i coniugi Ferragamo4 Wanda e Salvatore all’ingresso di palazzo Spini Feroni a Firenze, nel ‘49, con Christian Dior5 Carlo Azeglio Ciampi consegna a Wanda Ferragamo l’ordine di Gran Croce6 Wanda e Salvatore Ferragamo
Hepburn tra i coniugi Ferragamo4 Wanda e Salvatore all’ingresso di palazzo Spini Feroni a Firenze, nel ‘49, con Christian Dior5 Carlo Azeglio Ciampi consegna a Wanda Ferragamo l’ordine di Gran Croce6 Wanda e Salvatore Ferragamo
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