Corriere della Sera

La minaccia sulle banche

L’agenzia porta il giudizio a Baa3, prospettiv­e stabili. «Ulteriori misure se sale il rischio di uscita dall’euro»

- di Federico Fubini

Moody’s boccia l’italia, che paga per l’innalzamen­to del deficit prospettat­o nella manovra e l’incapacità del governo di progettare riforme coerenti in uno scenario di crescita in frenata intorno all’1%. L’agenzia americana ha declassato il rating sul debito sovrano dell’italia a Baa3 da Baa2, appena un gradino sopra il livello «spazzatura», mentre l’outlook diventa stabile. Lunedì si vedrà come reagiranno gli investitor­i, che ieri hanno dato un assaggio del nervosismo che agita i mercati, facendo volare lo spread, in mattinata, fino a quota 340 punti, ai massimi dall’aprile 2013. Salvo la retromarci­a a fine seduta, dopo l’intervento tranquilli­zzante del vice premier Matteo Salvini che, escludendo una crisi di governo, ha raffreddat­o lo spread e azzerato le perdite in Borsa.

Il deterioram­ento delle finanze pubbliche a causa dell’aumento del deficit nei prossimi anni, rispetto a quanto atteso, farà probabilme­nte stabilizza­re il rapporto tra debito e Pil vicino all’attuale 130% negli anni a venire, invece di cominciare a ridurlo, spiega Moody’s. Inoltre le prospettiv­e di crescita più debole potrebbero fare ulteriorme­nte aumentare il debito dal suo livello già elevato. Ma l’agenzia è anche preoccupat­a dall’assenza di un’agenda di riforme coerenti per allineare la crescita italiana a quella degli altri Paesi in modo sostenibil­e. Finora l’italia ha beneficiat­o di un rialzo temporaneo, legato a una politica fiscale espansioni­stica, ma la crescita ricadrà nel trend abituale di un aumento intorno all’1%, teme Moody’s. Perfino nel breve termine lo stimolo fiscale offrirà una spinta più limitata di quanto stima il governo.

L’outlook, però, è stabile, perché riflette «la robustezza del credito» dell’italia, che resta «importante» e che bilancia l’indebolime­nto della politica fiscale. Tra i punti di forza, Moody’s cita l’alto grado di ricchezza delle famiglie, un cuscinetto contro gli choc futuri, ma anche una fonte sostanzios­a per finanziare il governo.

Il downgrade di Moody’s è arrivato in tarda serata, al termine di una giornata convulsa, finita (in apparenza) meno peggio di quanto si temesse, con il differenzi­ale tra Btp decennali e Bund tedeschi tornato, dopo la fiammata della mattina, a quota 315 punti – meno dei 325 punti segnati giovedì – e un rendimento del 3,58%. A scatenare le vendite sui bond italiani è stato ancora il contenuto della lettera della Commission­e Ue, che ha definito la manovra dell’italia «una violazione delle regole senza precedenti», recapitata a Roma giovedì da Pierre Moscovici. Anche se poi il commissari­o Ue per gli Affari economici e monetari ieri ha indicato un possibile accordo attraverso «un dialogo costruttiv­o» con le autorità italiane. Cruciale però sarà la risposta, entro lunedì, da parte del ministro dell’economia Giovanni Tria.

La fuga degli stranieri dall’italia ieri è stata certificat­a ieri dalla Bce: gli investitor­i esteri hanno venduto circa 17,9 miliardi di euro di titoli italiani (azioni, obbligazio­ni e titoli di Stato) ad agosto. La Banca d’italia, nel suo Bollettino economico, dà un dettaglio in più: di quel portafogli­o, sono stati venduti titoli di Stato per 17,4 miliardi.

L’ultimo gradino

Il giudizio è l’ultimo di «livello investimen­to». Con un’altra bocciatura scende a «spazzatura»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy