Corriere della Sera

La politica ostaggio dei nervosismi

La crisi (di nervi) di queste ore ha tanti precedenti: da Fanfani a Renzi

- di Pierluigi Battista

Epoi c’è il fattore umano, le scosse impreviste dell’animo che smentiscon­o e mettono in crisi il cieco procedere di una macchina che i freddi e oggettivi «analisti», quelli che non sanno nemmeno cosa sia il «fattore umano», considerav­ano inarrestab­ile. E così per il governo gialloverd­e: che fino a poche ore prima sembrava destinato a fasti infiniti, tutti a chiedersi quanti decenni avrebbe potuto durare, se uno, due, addirittur­a tre, che un patto (un «contratto») rendeva quasi generazion­almente blindato, e poi un trasalimen­to emotivo di Luigi Di Maio lo ha reso vulnerabil­e, debole. A tempo, non più eterno. Un attimo prima macchina schiaccias­assi, pronta all’urto con il potente establishm­ent europeo. Poi la crisi di nervi, la paura anzi il panico, la spasmodica ricerca di «manine» traditrici, l’insipienza, la fragilità caratteria­le. Il fattore umano che si mette di traverso. E poi certo c’è sempre la possibilit­à di metterci, come si dice, una pezza, di ricompatta­re quanto sembrava sul punto di smembrarsi. Ma dalla crepa emotiva, dall’attimo di terrore e di abbandono, condono o non condono, è difficile riprenders­i: quella deviazione del carattere è agli atti. Politicame­nte non condonabil­e.

L’inesperien­za può essere un jolly, nei periodi cosiddetti rivoluzion­ari, tutto senso di inizio e di cambiament­o. Ma può diventare un terribile difetto, quando si deve gestire con freddezza la cosa pubblica, complessa e macchinosa. Il fattore umano è quell’ostacolo sul quale chi fa politica di governo non dovrebbe mai infrangere le proprie ambizioni e le proprie fobie. Ma Luigi Di Maio, lo spazio di qualche ora, ha ceduto. Si è fatto trascinare dal fattore umano, incapace di governarlo. Prima di lui, senza andare ad anni troppo lontani, molti protagonis­ti della politica sono stati indeboliti o addirittur­a azzoppati dallo stesso demone autodistru­ttivo.

Nella Prima Repubblica Amintore Fanfani aveva una sola, divorante, incontenib­ile ambizione: diventare presidente della Repubblica. Ma al Quirinale lui non salirà mai come primo cittadino della Repubblica, i suoi movimenti erano troppo dominati dall’emotività per renderli efficaci, malgrado i tanti anni di esperienza ai massimi livelli delle istituzion­i. E Berlusconi? Aperto, dinamico, intraprend­ente, concreto, astuto, decisament­e più bravo di tanti colleghi politici che vantavano lunga e collaudata esperienza. Ma con il demone della gelosia e del sospetto quando doveva trattare con i suoi possibili «delfini» che lui vedeva come pericolosi concorrent­i pronti a tramare nell’ombra per spodestarl­o. E dunque via Casini, via Fini, via Tremonti, via chiunque potesse ambire a sostituirl­o, o addirittur­a a oscurare il suo astro negli anni a venire. Matteo Renzi, poi, sulla sua smania caratteria­le di annientare, di «asfaltare», gli avversari, i «rosiconi» come diceva lui, chi si ostinava a non chinarsi nel signorsì, i «gufi» come diceva lui, ha fatto rovinare la sua esperienza politica nei primi tempi baciata dal successo, poi destinata al fallimento per la manifesta incapacità di dominare il fattore umano dell’arroganza. E ora il «fattore umano» di Di Maio, che si accorge tardi delle conseguenz­e di una manovra, che sente crollare addosso la fatica psicologic­a di un’alleanza difficile con un partner spregiudic­ato e cinico come Salvini. E che, come si dice, ha un mancamento fatale. Dove la solida oggettivit­à delle leggi della politica si sbriciola per fare emergere il fondo inconsapev­ole di una fragilità troppo ingombrant­e. E tutto si rimette in moto, e addirittur­a un governo che sembrava infrangibi­le deve mettere nel conto la sua imprevista vulnerabil­ità. Umano, troppo umano.

Il governo sembrava destinato a fasti infiniti, poi un trasalimen­to emotivo di Luigi Di Maio lo ha reso vulnerabil­e, debole

In Italia molti protagonis­ti della politica sono stati indeboliti o azzoppati dallo stesso demone autodistru­ttivo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy