Salvini-di Maio, scontro e veleni «Io scemo? No». «E io non bugiardo»
Conte cerca un’intesa. Nella mediazione scudo penale del condono, caso Ischia e decreto sicurezza
Consiglio dei ministri Oggi il Consiglio dei ministri: sul tavolo il nodo esplosivo del decreto fiscale
Dal Consiglio dei ministri uscirà il testo: è stato già perso troppo tempo, sono tranquillo perché gli equivoci di questi giorni saranno acqua passata Matteo Salvini Vicepremier e ministro dell’interno
Dopo l’escalation di accuse reciproche e veleni a distanza, oggi è il giorno del faccia a faccia fra i due vicepremier in lite sul condono fiscale. Alle 13 si riunirà il Consiglio dei ministri per affrontare l’esplosiva questione dell’articolo 9 del decreto fiscale che ha portato il governo sull’orlo della crisi e che ha fatto schizzare lo spread già in tensione per la manovra. E nonostante l’alta tensione, non è escluso che questa mattina Luigi Di Maio e Matteo Salvini possano incontrarsi per cercare un accordo che salvi la faccia a entrambi: ai grillini che non vogliono votare un maxi-condono e alla Lega che non vuole passare come il partito degli evasori o delle manine che correggono di nascosto le leggi. L’intesa a cui hanno lavorato i tecnici per uscire dallo stallo prevede una riduzione della portata dello scudo penale, escludendo l’auto-riciclaggio, e per eliminare lo scudo fiscale all’estero, mentre dalla Lega arriverebbe il via libera al condono sugli abusi edilizi di Ischia, voluto da Di Maio. Previsti poi emendamenti condivisi sul decreto sicurezza, che rischiava di finire al centro di un braccio di ferro fra alleati. «Si va a Roma e si risolve tutto, gli equivoci e le polemiche di questi giorni domani pomeriggio (oggi per chi legge, ndr) saranno acqua passata» ha dichiarato Salvini in serata.
Ieri intanto i due leader alleati sono stati protagonisti di un vivace confronto via social. «Inizio ad arrabbiarmi, non voglio passare per fesso — ha detto Salvini in un video su Facebook — a me del condono non me ne frega un accidente. In quel Consiglio dei ministri un uomo indicato dai 5 Stelle leggeva, ed è il premier, e Di Maio verbalizzava». Il leader leghista si è detto comunque disposto a andare oltre: «Sediamoci al tavolo, se qualcosa non va, si riscrive. Ma se qualcuno ha cambiato idea o era distratto, non diano la colpa a me».
Luigi Di Maio, sempre via Facebook, ha replicato affermando che in Consiglio dei ministri «Conte ha letto solo i termini generali dell’accordo. Da bugiardo non voglio passare e anche per questo quando mi si dice che ero distratto io non ci sto». Una ricostruzione, quella di Di Maio, che ha trovato una conferma in una nota ufficiale di Palazzo Chigi, e quindi condivisa da Conte, secondo la quale «la bozza del decreto non conteneva la dichiarazione integrativa all’articolo 9», cioè le norme che avrebbero trasformato la pace fiscale in un maxicondono tombale. «Ci vediamo e sistemiamo questa norma» ha aggiunto Di Maio.
Dopo il gelo, dunque, si riparte con la ricerca della mediazione, mentre il premier Giuseppe Conte, irritato per lo scontro fra i due vicepremier andato in scena proprio mentre lui era impegnato a Bruxelles con i leader europei, ora vuole riprendere in mano la situazione.
«Se Conte non avrà una posizione equilibrata, l’accordo difficilmente potrà essere raggiunto», avvertono però i parlamentari più vicini a Salvini che non hanno apprezzato la nota diffusa da Palazzo Chigi in difesa di Di Maio.