Corriere della Sera

Salvini-di Maio, scontro e veleni «Io scemo? No». «E io non bugiardo»

Conte cerca un’intesa. Nella mediazione scudo penale del condono, caso Ischia e decreto sicurezza

- Paolo Foschi

Consiglio dei ministri Oggi il Consiglio dei ministri: sul tavolo il nodo esplosivo del decreto fiscale

Dal Consiglio dei ministri uscirà il testo: è stato già perso troppo tempo, sono tranquillo perché gli equivoci di questi giorni saranno acqua passata Matteo Salvini Vicepremie­r e ministro dell’interno

Dopo l’escalation di accuse reciproche e veleni a distanza, oggi è il giorno del faccia a faccia fra i due vicepremie­r in lite sul condono fiscale. Alle 13 si riunirà il Consiglio dei ministri per affrontare l’esplosiva questione dell’articolo 9 del decreto fiscale che ha portato il governo sull’orlo della crisi e che ha fatto schizzare lo spread già in tensione per la manovra. E nonostante l’alta tensione, non è escluso che questa mattina Luigi Di Maio e Matteo Salvini possano incontrars­i per cercare un accordo che salvi la faccia a entrambi: ai grillini che non vogliono votare un maxi-condono e alla Lega che non vuole passare come il partito degli evasori o delle manine che correggono di nascosto le leggi. L’intesa a cui hanno lavorato i tecnici per uscire dallo stallo prevede una riduzione della portata dello scudo penale, escludendo l’auto-riciclaggi­o, e per eliminare lo scudo fiscale all’estero, mentre dalla Lega arriverebb­e il via libera al condono sugli abusi edilizi di Ischia, voluto da Di Maio. Previsti poi emendament­i condivisi sul decreto sicurezza, che rischiava di finire al centro di un braccio di ferro fra alleati. «Si va a Roma e si risolve tutto, gli equivoci e le polemiche di questi giorni domani pomeriggio (oggi per chi legge, ndr) saranno acqua passata» ha dichiarato Salvini in serata.

Ieri intanto i due leader alleati sono stati protagonis­ti di un vivace confronto via social. «Inizio ad arrabbiarm­i, non voglio passare per fesso — ha detto Salvini in un video su Facebook — a me del condono non me ne frega un accidente. In quel Consiglio dei ministri un uomo indicato dai 5 Stelle leggeva, ed è il premier, e Di Maio verbalizza­va». Il leader leghista si è detto comunque disposto a andare oltre: «Sediamoci al tavolo, se qualcosa non va, si riscrive. Ma se qualcuno ha cambiato idea o era distratto, non diano la colpa a me».

Luigi Di Maio, sempre via Facebook, ha replicato affermando che in Consiglio dei ministri «Conte ha letto solo i termini generali dell’accordo. Da bugiardo non voglio passare e anche per questo quando mi si dice che ero distratto io non ci sto». Una ricostruzi­one, quella di Di Maio, che ha trovato una conferma in una nota ufficiale di Palazzo Chigi, e quindi condivisa da Conte, secondo la quale «la bozza del decreto non conteneva la dichiarazi­one integrativ­a all’articolo 9», cioè le norme che avrebbero trasformat­o la pace fiscale in un maxicondon­o tombale. «Ci vediamo e sistemiamo questa norma» ha aggiunto Di Maio.

Dopo il gelo, dunque, si riparte con la ricerca della mediazione, mentre il premier Giuseppe Conte, irritato per lo scontro fra i due vicepremie­r andato in scena proprio mentre lui era impegnato a Bruxelles con i leader europei, ora vuole riprendere in mano la situazione.

«Se Conte non avrà una posizione equilibrat­a, l’accordo difficilme­nte potrà essere raggiunto», avvertono però i parlamenta­ri più vicini a Salvini che non hanno apprezzato la nota diffusa da Palazzo Chigi in difesa di Di Maio.

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