Corriere della Sera

La «manina» di Bitonci e la trattativa con il M5S Così è cambiato il testo

Le modifiche una settimana fa, poi i dubbi dei 5 Stelle

- Alessandro Trocino

Lo scudo fiscale all’estero, ROMA uno dei punti contestati — quello che secondo un indignato Luigi Di Maio a Porta a Porta sarebbe stato aggiunto nel decreto fiscale da una manina malvagia —, era già scritto nero su bianco nella bozza del 13 ottobre, ore 17.30 (articolo 6, non 9). Ovvero, due giorni prima del Consiglio dei ministri e ben quattro prima della denuncia tv. Ma non è l’unica anomalia, in una vicenda nella quale ognuno dei due protagonis­ti politici ha giocato una partita non priva di opacità, con mosse nascoste, improvvise accelerazi­oni, mezze verità e bugie intere.

La Lega, innanzitut­to. Il 13 ottobre al Corriere il sottosegre­tario Armando Siri esclude favori agli evasori. Il suo piano è il «saldo e stralcio» e riguarda solo chi ha dichiarato tutto ed è in difficoltà economica. Nulla a che fare, dunque, con chi evade. Ma prima del Consiglio dei ministri, interviene un’altra mano (manina?), quella del collega Massimo Bitonci. Che introduce il condono per gli evasori. Il sottosegre­tario sostiene di aver inviato il documento alla collega dei 5 Stelle Laura Castelli. Comunque sia andata, prima del Consiglio, si raggiunge una sorta di accordo. Il premier Giuseppe Conte fa una sintesi dell’accordo politico. Nel frattempo gli uffici inviano il testo scritto con il dettaglio, che consegnano a Conte. Il quale non lo legge pubblicame­nte, secondo la versione di Palazzo Chigi, ma riassume i contenuti essenziali. Riassunto che non mette in allarme Luigi Di Maio, presente e verbalizza­nte. A quel punto passano due giorni di trattative sotterrane­e. La Castelli sostiene che i tecnici non le passano la bozza. I 5 Stelle spiegano che è il Quirinale a intervenir­e per bloccare il testo. Ma non è andata così. Ci sarebbe stata solo una telefonata tra tecnici.

Poi la bomba esplode. Di Maio viene richiamato all’ordine da Beppe Grillo. Italia 5 Stelle incombe. Ci si rende conto che il «condonino» è diventato un condono quasi tombale. Che si è preso troppo alla leggera una materia scottante. E parte lo scontro. Con il premier Conte che viene messo in mezzo: «È lui che ha letto il testo nel dettaglio».

Ora si cerca una mediazione. Si lavora per ridurre la portata dello scudo penale, escludendo l’autoricicl­aggio, e per eliminare lo scudo fiscale all’estero. Nell’accordo il via libera leghista al condono sugli abusi edilizi di Ischia (ma per M5S non è un condono) ed emendament­i condivisi sul decreto sicurezza. Siri lavora a un suo testo e scherza: «Chi ha fatto il furbo? Come diceva la grande Patty Pravo “Meglio non dire, oh no”».

 ??  ?? Le due versioni Qui sopra l’articolo 9 del decreto fiscale che Di Maio ha mostrato il 17 ottobre a Porta a Porta, in alto le stesse parole che lui aveva evidenziat­o da Vespa erano già contenute nell’articolo 6 della bozza del decreto del 13 ottobre
Le due versioni Qui sopra l’articolo 9 del decreto fiscale che Di Maio ha mostrato il 17 ottobre a Porta a Porta, in alto le stesse parole che lui aveva evidenziat­o da Vespa erano già contenute nell’articolo 6 della bozza del decreto del 13 ottobre

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy