Sala: un leader titolato e subito Ma non voterò alle primarie
MILANO «Fate presto». Il sindaco di Milano, Beppe Sala, lancia l’allarme: al Partito democratico serve subito un segretario «titolato», perché ha bisogno di una voce unica che intervenga «anche con forza» nel dibattito politico, e non solo. «Serve ad esempio qualcuno che metta trecento persone tutti i giorni fuori dal Comune di Lodi», la città a guida leghista che nega la mensa scolastica ai bambini stranieri. «C’è bisogno di organizzazione — in sintesi — di un partito che faccia il partito». Il suo appello, Sala lo lancia dal palco di «Europa. Sinistra. Riscatto», evento organizzato a Milano da Sinistradem, area che fa riferimento a Gianni Cuperlo, dove il sindaco conferma la volontà di non schierarsi. «Non andrò a votare alle primarie — annuncia — come non l’ho fatto l’ultima volta». «Ma che le facciano presto», ripete. La fretta è spiegata dal bisogno di «passare ai contenuti», trovare risposte a temi come sicurezza e immigrazione, «evitando di dividerci al nostro interno tra anime belle e cattivi», e preparare un’alternativa. «In 75 anni ci sono stati 72 governi, quindi nulla è perso. Però non penso sia dignitoso immaginare che toccherà a noi perché i gialloverdi hanno fallito, ma perché ce lo saremo meritato». C’è spazio anche per un aneddoto: il sindaco si mostra scettico sulla «quota cento» scelta per il superare la legge Fornero, «perché andrei in pensione il 28 maggio 2020, prima ancora di finire il mio mandato».