Arabia nell’angolo su Khashoggi S’incrina il potere del principe
Interviene il re. Voci di una fronda intorno allo zio di Mbs, Ahmed, 76 anni
A diffondere l’indiscrezione è David Ignatius, firma del Washington Post con formidabili contatti sia a Riad che nella Cia: «Fonti saudite mi dicono che coloro che si oppongono a Mbs si stanno silenziosamente raccogliendo attorno al Principe Ahmed bin Abdulaziz». Mentre i sospetti sul coinvolgimento del principe Mohammed bin Salman (detto Mbs) nell’assassinio del reporter Jamal Khashoggi spingono lo stesso Trump a prendere le distanze (secondo il New York Times, il presidente Usa dice ora agli alleati che lui Mohammed «lo conosceva appena») c’è un altro fronte scottante per l’erede al trono saudita: quello interno.
Ignatius non è l’unico ad aver colto segnali di spaccature nella Casa di Saud. Più fonti parlano di malumore dei principi riuniti in conclave per arginare l’emergenza. Notizie inverificabili si accompagnano a dati di fatto. Il primo è che i metodi di Mbs, diventato erede al trono saltando ed esautorando parenti più anziani, ne ha messi altri agli arresti per corruzione e ha accentrato il potere in una cerchia ristretta, violano la consueta gestione del Regno.
Dopo il passo falso su Khashoggi, chi non vedeva di buon occhio di Mbs può metterne apertamente in discussione l’idoneità a guidare il Paese. E’ il re infatti a nominare il suo erede ma sono i 35 principi del Consiglio del Giuramento di Fedeltà che dovranno confermarlo al potere. Il secondo segnale è il dissenso del principe Ahmed bin Abdulaziz, 76 anni, fratello di Re Salman. Il 3 settembre a Londra, mentre entrava nella sede dell’ambasciata si è fermato a parlare con alcuni manifestanti yemeniti che gridavano slogan contro la famiglia reale. Ha detto loro che gli slogan dovrebbero rivolgersi contro chi governa, suo fratello e suo nipote: in un filmato si sente bene la sua voce mentre esprime questo concetto.
Due giorni dopo l’agenzia stampa saudita ha citato una smentita del principe Ahmed ma secondo il sito Middle East Eye sarebbe inventata. Sempre a settembre su Twitter è nato l’hashtag in arabo #Ahmed_bin_abdelaziz_re_dell’arabia_saudita. Il terzo segnale è che l’82enne (e forse malato) Re Salman ha deciso di gestire di persona il caso Khashoggi: secondo la Reuters ne era stato tenuto all’oscuro dal figlio, ma dopo le reazioni internazionali è stato lui a chiamare Trump e Erdogan e ha inviato in Turchia il suo più fidato consigliere, il principe Khaled Al Faisal: una prima esautorazione di Mbs.
Significativa infine la preoccupazione degli Emirati, che hanno messo in guardia contro ogni tentativo di «destabilizzare» l’arabia saudita. Il mentore di Mbs è il leader di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed, modello del suo approccio riformista a società e politica.
(Ha collaborato Farid Adly)