Corriere della Sera

«Nessuna amicizia giustifica tanti regali»

- Giuseppe Guastella

Le accuse di corruzione sono «fondate e supportate da prove solidament­e univoche, concordant­i oltre che impermeabi­li a ogni ragionevol­e dubbio», scrivono i giudici d’appello nelle oltre 400 pagine di motivazion­i della sentenza con la quale il 19 settembre hanno condannato per corruzione a 7 anni e mezzo di carcere l’ex governator­e della Lombardia Roberto Formigoni nel processo Maugeri-san Raffaele aumentando di 18 mesi la pena di primo grado. Le motivazion­i spiegano che non gli sono state concesse le attenuanti perché è coinvolto in un altro procedimen­to per corruzione, relativo alla fornitura di una costosa apparecchi­atura sanitaria, per il quale ha patteggiat­o 5 anni l’ex consiglier­e regionale di Fi Massimo Guarischi. Sarebbe stato lui a sostituire nel 2011 il faccendier­e Pierangelo Daccò nel ruolo di finanziato­re delle vacanze dell’allora governator­e. Perno della vicenda Maugeri-san Raffele è proprio Daccò, «apriporte» al Pirellone, che avrebbe garantito a Formigoni viaggi da sogno. «Nessun rapporto amicale (esteso a parenti, collaborat­ori e conoscenti) è in grado di spiegare più di 640 mila euro per 5 Capodanni (più 37 mila franchi più 85 mila dollari)» scrivono i giudici. Che poi elencano l’uso esclusivo di yacht, l’acquisto di parte di una villa e altri benefit — valore totale 6,6 milioni — in cambio di vantaggi per le strutture sanitarie che in un decennio si sono assicurate finanziame­nti per 180 milioni, la Maugeri, e 120, il San Raffaele. A loro favore Formigoni ha «piegato la sua altissima funzione pubblica» grazie al «cavallo vincente» Daccò, che era stato scelto dai privati solo per «rapporti privilegia­ti» che aveva con lui. L’accusa non ha fatto appello contro le assoluzion­i di alti dirigenti regionali che, quindi, sono definitive. Ma ai giudici non sembra irragionev­ole ipotizzare per loro una responsabi­lità per abuso d’ufficio, perché la discrezion­alità della pubblica amministra­zione è stata condiziona­ta agli interessi di Maugeri e San Raffaele. Per Formigoni si tratta di «una sentenza senza fondamento e senza verità. Neanche un fatto per motivare la mia condanna: le prove non ci sono, gli atti corruttivi non ci sono, la mazzetta non c’è».

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Ex presidente Roberto Formigoni, 71 anni, governator­e della Lombardia dal 1995 al 2013

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